Le domande sono ricorrenti. I dubbi rimbombano in testa. L’ordinanza – emessa dalla Città Metropolitana di Catania – di divieto alle biciclette sulla strada provinciale che da Acireale porta sino al Cimitero di Riposto scatena il popolo del ciclismo catanese. E non solo. No, quindi alla bici al tempo indeterminato con la predisposizione di controlli e di un sistema sanzionatorio per i trasgressori.
Un colpo durissimo inferto agli amatori che percorrere quotidianamente questo tratto nel percorso di allenamento, ma soprattutto per il ciclo turismo in un litorale di straordinaria bellezza – Santa Tecla, Pozzillo e Stazzo – che rimarrà inevitabilmente “strozzato” da questo provvedimento.
La reazione della Federciclismo non si è fatta attendere. La denuncia del comitato guidato da Adolfo Scandurra ha fatto il giro dei social, ottenendo l’immediata condivisione delle società sportive e di tanti amatori.
“Senza una adeguata educazione – si legge – sin dalle scuole primarie al corretto comportamento stradale e a una cultura del rispetto delle regole e dell’altro difficilmente ci sarà pacifica coesistenza di automobilisti, ciclisti e pedoni”.
La Federciclismo chiederà un incontro con la Città Metropolitana per presentare rimostranze e di fatto far valere le ragioni di un movimento del pedale che è sempre in continua crescita.
Il presidente dell’Asd Andrea Trovato, Giovanni Trovato, va in bici nei momenti di pausa per provare a vivere la natura insieme con i suoi tesserati. “Invece di sistemare la segnaletica, mettere riduzioni di velocità nei punti critici, si sceglie di inibire il passaggio ai ciclisti, questa è l’epilogo ad una vicenda che vede la nostra provincia in antitesi rispetto al resto del mondo”.
L’indice è posto principalmente sullo stato delle strade, sulla segnaletica che alla luce del provvedimento che è stato assunto verrà irrimediabilmente modificata. Ignazio Ferlito va in bici da 15 anni.
Lui è un fan di Damiano Caruso, attualmente in ritiro sull’Etna. “Come si fa a chiudere quel tratto alle bici. Dovrebbe essere chiusa alle auto. Ora saremo costretti ad andare sulla Nazionale dove i pericoli si moltiplicano”.