Mondiali Doha, sul podio Razzetti, Martinenghi e Paltrinieri
di Simone MiliotiNuoto15 Febbraio 2024 - 10:21
Due argenti, di cui uno storico, un bronzo, due pass per le finali, altrettante qualificazioni alle Olimpiadi e due primati personali per l’Italia nella quarta giornata, trionfale, dei mondiali di nuoto in corso all’Apsire Dome di Doha. Il medagliere degli azzurri sale a quota sei (1-4-1) e ci saranno ancora tante possibilità di incrementarlo da qui a domenica 18 febbraio.
Razzetti argento nei 200 farfalla. Ormai è proiettato in una nuova dimensione, quella che lo sta trasportando verso la consacrazione definitiva e dunque all’eccellenza. Alberto Razzetti è in forma extralusso, quella che non teme tour de force e fatiche, ed è vice campione del mondo nei 200 farfalla che in semifinale gli avevano regalato il terzo pass olimpico, dopo quelli conquistati nei 200 e nei 400 misti agli Assoluti di Riccione a novembre. Di altissimo livello la finale del 24enne di Genova – tesserato per Fiamme Gialle e Genova Nuoto My Sport, allenato dal 2020 a Livorno da Stefano Franceschi e bronzo europeo a Roma 2022 – che nuota il primato personale in 1’54″65 (precedente 1’54″87), dove spicca il clamoroso terzo cinquanta in 29″48 con un ultimo invece leggermente più contratto in 31″15. Sul gradino più alto del podio sale il giapponese Tomoru Honda in 1’53″88 e sul terzo l’austriaco Martin Esperenberger in 1’55″16. Quella del “Razzo” è una medaglia storica, la prima per l’Italnuoto nei 200 farfalla in una rassegna iridata.
Neanche il tempo di rifiatare per Razzetti, che va forte come la Ferrari e la Ducati di cui è tifoso (tra i suoi sogni c’è quello di guidare un’automobile), e mezz’ora dopo è sui blocchi per le semifinali dei 200 misti. La fatica, come più volte dimostarto, non è un fattore per il polivalente ligure che accede alla finale con un tranquillo quinto tempo in 1’58″21; davanti c’è l’americano Carston Foster in 1’57″13 ma giovedì i pronostici sono aperti, perché sono in sei sullo stesso livello e tra questi c’è ovviamente anche Alberto Razzetti.
“E’ valsa la pena fare fatica questi giorni – afferma Alberto Razzetti, stanchissimo dopo il doppio impegno ravvicinato nella finale dei 200 farfalla e semifinale dei 200 misti, mentre si aggiusta la medaglia al collo – E’ una medaglia pesante. Sono contento dei 200 farfalla ovviamente, ma anche dell’altra gara, dove comunque non era scontato entrare in finale. Argento molto importante, la prima medaglia mondiale in vasca lunga e sicuramente un bel passo in avanti. Era l’obiettivo che avevo da tempo e sapevo che questo era il momento giusto per provarci. Sapevo di potermela giocare. Ho provato a stare con Honda fino alla fine, poi lui ha avuto più energia, pero sono davvero contento. Ho migliorato il personale, ho conquistato un argento, direi che oggi è perfetto così. Domani c’è un’altra finale e cercherò di giocarmela, di divertirmi. Non ho ancora visto i tempi degli altri. Ci penseremo più tardi, ora mi godo la medaglia”.
Martinenghi argento nei 50 rana. Era arrivato a questi Mondiali con qualche punto interrogativo, tornerà in Italia solo con esclamativi. Nicolò Martinenghi è sempre fenomenale e, dopo l’argento con pass olimpico nei 100, concede un favoloso bis ed è secondo anche nei 50 rana, preceduto dall’aussie Sam Williamson che lo supera a dieci metri dall’arrivo e vince in 26″32. Il 24enne di Varese – tesserato per CC Aniene e allenato da Marco Pedoja, vice campione iridato a Budapest 2022 – tocca in 26″39 ad appena sei centesimi dal suo record italiano di 26″33 siglato per il titolo europeo diciotto mesi fa a Roma. Il bronzo è dello statunitense Nic Fink – primo nella doppia distanza lunedì – in 26″49. Il vero sconfitto è sua maestà sir Adam Peaty solamente quarto in 26″77.
“Perdere un 50 con 26”3 è qualcosa di bello e assurdo contemporaneamente – commenta Nicolò Martinenghi, sempre col sorriso che lo contraddistingue – C’ho sperato, stavo veramente bene. Non ho pensato mai alla gara in tutta la giornata, anche sul blocco ero molto rilassato, ero senza pensieri e mi sono detto ‘so quello che devo fare’. E’ uno dei miei miglior cinquanta, quindi non posso nascondere che rosico un po’.A forza di raccattare i centesimi lasciati in giro questi anni nei 50 diventerò milionario. Bellissima gara, comunque, l’australiano Sam Williamson è andato davvero forte, il livello si è alzato tantissimo. Non sembra ma sono contento perché mi porto a casa un 50 migliore rispetto al cento. Quindi con tanta felicità addosso”.
Finisce sesto Simone Cerasuolo, ancora poco sciolto nella sua nuotata che sarà al top per gli assoluti di inizio marzo.
Nicolò Martinenghi dopo Gregorio Paltrinieri (9) e Thomas Ceccon (6) è il terzo nuotatore italiano a conquistare almeno 5 medaglie iridate in vasca lunga; e diventa, insieme a Paltrinieri e Federica Pellegrini, il terzo nuotatore azzurro a salire su due podi individuali in almeno due edizioni dei campionati mondiali.
Paltrinieri bronzo negli 800 stile libero. Un fuoriclasse, un campione assoluto lo si riconosce dalla capacità di andare oltre i propri limiti anche quando la condizione fisica non è quella dei giorni migliori. Gregorio Paltrinieri è leggendario e dalla corsia 1, una di quelle da cui in genere partono i “comprimari”, sorprende quasi tutti gli avversari e si mette al collo un pesantissimo bronzo negli 800 stile libero, continuando a scrivere la sua storia da mito e conquistando un altro pass olimpico dopo quello nei 1500 e nella 10 km in acque libere. Lo battono, superandolo negli ultimi cinquanta metri dopo che SuperGreg aveva preso il comando da metà gara, l’irlandese e primatista europeo (7’39″19) Daniel Wiffen, che proprio a Paltrinieri strappò il record con il quarto posto a Fukuoka, oro in 7’40″94 e l’aussie Elijah Winnington argento in 7’42″95. Il vincitore di tutto, primatista italiano e vice campione olimpico – tesserato per Fiamme Oro e Coopernuoto – nuota in 7’42″98, sedici vasche a 29″1-29″2 con frequenza che è calata solo nell’ultimo. Questi i passaggi di Paltinieri ogni cento metri: 55″18 (2), 1’52″87 (2), 2’51″00 (2), 3’49″27 (2), 4’47″42 (1), 5’45″99 (1), 6’44″66 (1). Paltrinieri torna sul podio nella gara in cui è vice campione olimpico ed è stato una volta mondiale (Gwangju 2019), una argento (2015) ed una bronzo (2017).
“Faccio le gare per vincere, però nell’ultimo cento non ne avevo più ed ho cercato di difendere la seconda posizione – spiega Gregorio Paltrinieri, allenato al Centro Federale Polo Acquatico Frecciarossa di Ostia da Fabrizio Antonelli – Daniel Wiffen è molto forte e Winninngton alla otto non riuscivo a vederlo. Un po’ di sfortuna per la medaglia, però è stata una bella gara. Una volta ci sarei rimasto peggio, adesso vado più alla caccia di emozioni positive. Finalmente le ho trovare e non è sempre così, anzi è sempre più difficile. Può essere argento, può essere bronzo, però hai provato belle sensazioni. Quando faccio una gara del genere mi sento veramente vivo in pieno. E’ stato bello partire forte, faticare in mezzo, morire e vedere gli altri che risalivano. E’ una cosa che mi piace fare; mi piace gareggiare in generale. La differenza tra ieri e oggi è che in batteria è difficile trovare queste sensazioni perché la posta in palio è minore, mentre in finale è sempre bello lottare. Questa è la cosa di cui sono più contento”.
Finisce settimo un comunque bravissimo Luca De Tullio – tesserato per Fiamme Oro e CC Aniene e seguito da Christian Minotti – in 7’49″79.
Fonte dichiarazioni Federnuoto.it
Foto Giorgio Scala, Giorgio Perottino, Andrea Staccioli, Andrea Masini / DBM