Il bronzo della conferma di Benedetta Pilato nei 50 rana, quello della perseveranza di Sara Franceschi nei 400 misti e quello che evidenzia il valore dell’intero movimento della 4×100 mista. L’ottava e conclusiva giornata dei 21esimi Mondiali all’Aspire Dome di Doha è trionfale per la Nazionale del direttore tecnico Cesare Butini che continua a scrivere pagine di successi e di storia, chiudendo la rassegna iridata con dodici medaglie (2-5-5), tre in più rispetto a Budapest 2022 (5-2-2), l’edizione dei record e del Covid.
Pilato bronzo nei 50 rana. Un filo che unisce idealmente Gwangju, Budapest, Fukuoka e Doha per un percorso iniziato senza mai interrompersi. Benedetta Pilato si prende il bronzo nei suoi 50 rana, confermandosi sul podio iridato da cui non è mai scesa da quando aveva 14 anni. Finale d’altissimo livello, forse la migliore dell’intero mondiale. La 19enne tarantina e argento europeo in carica – tesserata per Fiamme Oro e CC Aniene, allenata da Antonio Satta – nuota in 30″02, dopo uno split non prefetto (0″66) e un sensazionale recupero dai venticinque metri. Vince, bissando il successo di sette mesi fa a Fukuoka, la lituana Ruta Meilutyte in 29″40, distante ventidue centesimi dal suo record del mondo (29″18) che strappò proprio all’azzurra; seconda è la cinese Tang Qianting – oro nella doppia distanza – con il record asiatico in 29″51.
“Una medaglia ci vuole sempre – sorride Benedetta Pilato, chiamata al doppio impegno con la staffetta mista – Sono contenta per la medaglia, però mi dispiace perché questa non è la migliore versione di me stessa. Ieri mi dicevo che ho fatto il record del mondo nel momento più sbagliato, agli europei al posto dei mondiali. Ma va bene così. La gara si è sviluppata come mi aspettavo tra Ruta Meilutyte, Tang Qianting e me. Un decimo non è nulla rispetto alla semifinale. Sono orgogliosa di aver conquistato la medaglia numero dieci del nuoto a Doha. Un record per l’Italia ai mondiali”.
Benedetta Pilato, dopo Federica Pellegrini (10) e Simona Quadarella (7), è diventata la terza italiana a collezionare almeno cinque podi individuali nei campionati mondiali in vasca lunga. Per trovare altri azzurri capaci di conquistare quattro o più medaglie iridate nel medesimo evento individuale, è necessario ricorrere a Paltrinieri (cinque volte sul podio nei 1500 e quattro negli 800), Pellegrini (8 volte sul podio nei 200 stile libero) e Quadarella (quattro volte sul podio nei 1500). Straordinario il percorso della pugliese nei 50 rana iniziato con l’argento a Gwangju 2019 e proseguito con il secondo posto a Budapest 2022, il terzo a Fukuoka 2023 e a Doha 2024.
Bronzo di Franceschi nei 400 misti. Una batteria a risparmiare energie e una serata da incorniciare, carica di significato. Sara Franceschi firma l’impresa che non t’aspetti e dalla corsia 8 conquista un pazzesco bronzo, sorprendendo avversarie e commuovendo il padre nonché allenatore Stefano, che da bordo vasca esulta per medaglia e pass olimpico. Un bronzo contro gli infortuni, che hanno spesso fermato la polivalente azzurra nei momenti in cui sembrava potesse spiccare il volo. La 25enne di Livorno – tesserata per Fiamme Gialle e Livorno Acquatics, sesta ai mondiali di Fukuoka – segna 4’37″86 (tempo limite 4’37″9) che vale la quinta prestazione personale di sempre. Questi i passaggi di Franceschi, al termine di una gara coraggiosa: 1’03″08 (5), 2’14″38 (5), 3’32″95 (1). L’oro è della britannica Freya Colbert in 4’37″14 e l’argento dell’israeliana Anastasia Gorbenko in 4’37″36. “Dedico questa medaglia a mio nonno Claudio, che è venuto a mancare esattamente un anno fa, e a mio padre ed allenatore Stefano, che mi è sempre stato vicino e che ha creduto in me anche nei momenti difficili”, afferma Franceschi, che nel tempo libero ama cucinare e sperimentare ricette nuove. Il suo piatto del momento è la lasagna al pistacchio. Per l’Italnuoto è la seconda medaglia nella specialità e del secondo bronzo: il primo fu conquistato da Novella Calligaris a Belgrado 1973.
Bronzo per la 4×100 mista uomini. La certezza della carta olimpica in batteria e un bronzo scintillante. La 4×100 mista sale sul gradino più basso del podio, tornandoci dopo l’oro di Budapest 2022, trascinata da due campioni e galvanizzata da due giovani che nuotano in 3’31″59. Davanti ci sono gli Stati Uniti in 3’29″80 e l’Olanda in 3’31″23. Di altissimo livello la finale. Michele Lamberti (54″28) cambia al sesto posto; Nicolò Martinenghi inserisce il turbo (57″97) e risale al terzo; posizione che mantengono un sorprendente Gianmarco Sansone (52″14) e Alessandro Miressi (47″20) che grazie ad un ultimo cinquanta in 25″19 accarezza anche il possibile sorpasso sugli olandesi.
Stanco e privo del dorso dei giorni migliori, Alberto Razzetti è quinto nei 400 misti dopo l’argento nei 200 farfalla e il terzo posto nei 200 misti. Il 24enne di Lavagna e primatista italiano (4’09″24) – tesserato per Fiamme Gialle e Genova Nuoto My Sport, preparato dal 2020 a Livorno da Stefano Franceschi e campione europeo in carica – tocca in 4’13″05 come lo statunitense David Johnston. Trionfa, un po’ a sorpresa, il neozelandese Lewis Clareburt in 4’09″72, che precede il britannico Max Litchfield in 4’10″40 e il nipponico Daiya Seto in 4’12″51.
Nessun rimpianto e la certezza di essere entrato in una nuova dimensione. Michele Lamberti, alla prima finale iridata in vasca lunga della carriera, è settimo nei 50 dorso. Il 23enne bresciano – tesserato per Fiamme Gialle e GAM Team, figlio del campione del mondo Giorgio, della stileliberista Tania Vannini e fratello di Noemi e Matteo – chiude in 24″82, dopo aver portato in semifinale il personale a 24″68 (prec. 24″75), tempo che se ripetuto non sarebbe comunque servito per il podio che vede sul gradino più alto l’australiano Isaac Cooper – argento mondiale in vasca corta – in 24″13. Al secondo posto si piazza lo statunitense Hunter Armstrong in 24″33; bronzo al polacco Ksawery Masiuk in 24″44.
Fonte dichiarazioni Federnuoto.it
Foto Giorgio Scala, Giorgio Perottino, Andrea Staccioli, Andrea Masini / DBM