Ci sono storie che vanno cercate e raccontate, ci sono immagini, vittorie che rimangono impresse nella nostra memoria. Il ciclismo dì Nicola Genovese sa emozionare, testimoniando che in questo sport prima si diventa uomini e poi campioni.
Un velocista come Nicola Genovese, tecnicamente parlando, è merce rara. Nato a Siracusa, classe 93, è stato uno sprinter potente, bello da vedere, vincente, dotato tecnicamente di una buona tenuta anche sui percorsi impegnativi, competitivo e paragonabile ad un acquatico straordinariamente veloce e agile come il Pesce-Vela* che riesce a saltar fuori dall’acqua raggiungendo velocità impensabili. Un ragazzo che lascia la propria terra per inseguire un sogno che in quel momento sembrava troppo distante … un ragazzo che caparbiamente non ne ha voluto sapere di mollare la presa, ha saputo resistere lottando con il Cuore per inseguire e realizzare il suo Sogno.
Un curriculum straordinario, costellato di tantissime vittorie nel settore giovanile nel 2012 UC Trevigiani Dynamon Bottoli – per poi approdare alla corte di Olivano Locatelli nel 2014 al team Palazzago, 2015 GFFD Altopack, e poi finalmente è meritatamente nei Professionisti nel 2016 con il team Area Zero – D’Amico 2017 D’Amico – Utensili. Chi non ha mai pedalato non capirà, perché in realtà non esistono parole per descrivere le emozioni che si provano inforcando una bici, quelle di Genovese sono emozioni vere, scolpite nell’anima. Ricordi di gioie e dolori, vittorie ma anche sconfitte, che hanno forgiato un ragazzo di una generosità unica. Il ciclismo dì Nicola è fatto di tanti momenti difficili, delusioni che manderebbero al tappeto chiunque, perché a differenza di quello che accade in altri sport a volte basta un nulla per mandare all’aria anni di sacrifici.
I ciclisti come Nicola Genovese sono esempi e anime speciali, che portano con sé una forza rara, forgiati nel cuore e nell’anima da una passione sfrenata, irrazionale, rinascono come l’araba fenice dalle proprie ceneri per tornare più forti di prima. Nobiltà e grandezza d’animo, la sua generosità, celata da un atteggiamento che può sembrare spavaldo e una qualità, il fare del bene in silenzio gratuitamente, senza aspettare riconoscimenti o ricompense. Ogni anno Nicola indossa una nuova divisa, un casco, un paio di scarpini fiammanti, perché tutto questo lo rende vivo. Il ciclismo non è uno sport per tutti, devi saperlo amare, capire e forse anche un po’ odiare, ma state sicuri che a tempo debito saprà restituirvi ciò che gli avete donato.
E noi tutti dobbiamo essere grati a questo eterno Peter-Pan che sa ancora emozionare ed emozionarsi portando in alto le sue braccia al cielo.