Arrivano le prime vere salite alla Tirreno-Adriatico e Jonas Vingegaard inizia a dettare legge. Il danese nella quinta tappa, Torricella Sicura-Valle Castellana, fa quello per cui era venuto alla corsa dei due mari, vincere. Il due volte vincitore del Tour de France mette in chiaro le sue ambizioni, e agguanta assieme al successo di giornata anche la maglia azzurra, mettendo in riga i suoi più immediati avversari, che comunque non sembrano poter combattere alla pari quando la strada si fa dura.
La frazione odierna, lunga 144 chilometri, si è risolta come da previsioni sulla salita di Colle San Giacomo, attesa da tutti per vedere in azione Vingegaard, che non delude gli appassionati del grande ciclismo. Una volta rientrata la fuga che aveva caratterizzato la corsa fino ad allora, il campione della Visma ha deciso che fosse giunto il momento giusto per sfruttare il forcing della sua squadra. Così ai meno 5 chilometri dalla vetta si alza sui pedali, non attendendo nemmeno che i suoi due compagni ancora davanti a tirare finissero il loro compito. Lo scatto è di quelli veri, e nessuno riesce a stargli dietro. Solo Jay Hindley e Ben O’Connor riescono a rispondere in qualche modo, seguiti da un gruppetto nel quale c’è anche Juan Ayuso, il più vicino inseguitore in classifica generale. Invece Jonathan Milan, che al via della tappa vestiva la maglia da leader, ha dovuto arrendersi ben prima.
Intanto allo scollinamento Vingegaard fa segnare 55 secondi di vantaggio sul manipolo di inseguitori che sanno di potersi giocare solo il secondo posto. Quindi la lunga discesa porta il battistrada e gli altri verso il traguardo, dove la nuova maglia azzurra riesce a mettere 1 minuto e 15 secondi di vantaggio su chi gli arriva dietro, cui si aggiungono i 10 secondi di abbuono. E proprio sui restanti abbuoni si gioca la volata che vede Ayuso aggiudicarsi la seconda piazza, seguito da Hindley. I due figureranno in questo stesso ordine pure nella classifica generale, rispettivamente a 54” ed a 1’20” da Vingegaard.
Domani altra tappa decisiva, la Sasso Ferrato-Cagli di 180 chilometri, con 3100 metri di dislivello, penultima in programma. L’arrivo in salita sui 1088 metri di Monte Petrano riserverà di sicuro sorprese, e se qualcuno vorrà mettere in discussione il predominio di Vingegaard dovrà attaccare lì, sperando di non pagarne troppo le conseguenze.
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