Quando l’allenatore perde la testa…D’Aversa esonerato, chi sbaglia paga?

di Alessandro Teri

Era forse inevitabile che Roberto D’Aversa venisse esonerato dopo l’episodio non proprio edificante di cui si è reso protagonista al termine di Lecce-Udinese, ultima partita che lo ha visto sedere sulla panchina pugliese, dato il licenziamento da parte della società, a causa della testata nei confronti del giocatore veronese Thomas Henry, al culmine di un finale di match da censurare in ogni senso. Da subito nell’immediatezza dell’accaduto è stata chiara la gravità di ciò che era successo, visto l’acceso alterco tra i due, finito poi nel peggiore dei modi, con un gesto che da qualunque angolazione lo si prenda, non può mai essere giustificabile. Cose del genere non vanno bene in nessun campo, dalla terza categoria in su, a maggior ragione in un palcoscenico come quello offerto dalla Serie A, su cui ogni messaggio sbagliato viene amplificato all’ennesima potenza, con buona pace degli anti-buonisti di turno.

Alla faccia del fairplay

Nessuno mette in discussione il valore della persona, e per Roberto D’Aversa testimoniano a suo favore tutte le stagioni passate ad allenare, senza mai una polemica fuori posto. Poi arriva una partita sfortunata, uno scontro retrocessione che non concede sconti, nel quale la tua squadra alla fine ha la peggio, con i leccesi battuti dagli avversari gialloblu per 1 a 0, più  tutte le recriminazioni del caso e gli immancabili animi accesi, a mandare all’aria anni di fairplay. È già successo ad altri colleghi di D’Aversa, di perdere la testa e di lasciarsi andare a gesti inconsulti che poi hanno pagato caro, ed ogni volta lo spettacolo di un allenatore che si lascia andare in malo modo lascia davvero perplessi, perchè in quello che dovrebbe essere inteso come un ruolo “istituzionale”, certe sbavature non possono passare impunite.

Spiacevoli frangenti

Per di più D’Aversa dovrà vedersela con la giustizia sportiva, che verosimilmente gli comminerà una sanzione. Così fu ad esempio per Delio Rossi, che venne squalificato per tre mesi a causa della rissa col suo giocatore Adem Ljajic sul finire di Fiorentina-Novara del 2 maggio 2012, con il primo che prese a pugni il secondo, reo di averlo a sua detta insultato dopo essere stato sostituito. Quello spiacevole frangente costò pure la panchina a Rossi, segnandone in un certo senso la carriera pure in seguito. Come tutti ricordano la pedata rifilata da Silvio Baldini ad un altro allenatore, Domenico Di Carlo, nel corso di Parma-Catania del 26 agosto 2007: l’allora tecnico catanese, dopo avere subito un’espulsione, se la prese con il collega che lo invitava ad uscire dal campo. Ed in quell’occasione la società etnea prese posizione annunciando una sanzione pecuniaria per il suo tesserato. Succede, è vero, a tutti capita di sbagliare, come a tutti poi tocca pagare per gli errori commessi.