Il mercato delle biciclette è in flessione, e le propettive del settore non sono incoraggianti. Da più parti arrivano segnali allarmanti su un calo delle vendite generalizzato, dopo il boom nel biennio 2020-2021, sulla scia della pandemia, che aveva spinto molti italiani ad optare per le due ruote. Adesso però si torna indietro di cinquanta anni, ai livelli di produzione degli anni Settanta, stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore nei giorni scorsi, secondo cui ormai ci si fermerebbe al di sotto dei 2 milioni di bici prodotte, per di più con un export giù del 18 per cento.
E pensare con durante gli anni del Covid la bicicletta sembrava rappresentare la nuova frontiera della mobilità, con un grande ritorno in voga di quello che oltre ad essere un utilissimo mezzo di locomozione, è anche un diffuso strumento di allenamento e svago. Complici anche i bonus governativi che hanno favorito l’acquisto di bici classiche ed e-bike, nel giro di due anni, mentre imperversava il coronavirus, gli italiani si sono riscoperti in massa cicloamatori, salvo poi riornare alle vecchie abitudini, ovvero l’utilizzo in massa delle quattro ruote.
Solo che nel frattempo le industrie del settore si erano date da fare, credendo che l’onda lunga di popolarita della bicicletta durasse. Invece no, le previsioni hano fallito, e adesso i magazzini delle fabbriche e dei rivenditori sono pieni di mezzi invenduti. Ne consegue naturalmente un momentaneo stop alla produzione. Senza dimenticare che i prezzi sono pure aumentati, complici naturalmente l’inflazione e l’aumento dei costi di produzione e trasporto.
Ma quali sono le prospettive? A breve si attendono i dati più aggiornati di Ancma, l’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori, la sigla di Confindustria dedicata al comparto, ma intanto si può già pronosticare che il futuro sia delle e-bike. Le bicilette elettriche sembrano in piena salute, e i dati degli ultimi anni, con una domanda sempre in espansione, non dovrebbero temere una smentita.