Scontri Padova-Catania, la finale di ritorno Coppa Italia al Massimino a porte chiuse

di Edoardo Ullo

Diecimila euro di ammenda e obbligo di giocare la partita di ritorno della finale di Coppa Italia di Serie C a porte chiuse. Arriva la stangata del giudice sportivo Stefano Palazzi per il Catania dopo gli scontri che hanno visto protagonisti i tifosi rossazzurri all’Euganeo di Padova durante la pausa del match di andata dello scorso 19 marzo. Qui la nota ufficiale.

Era prevedibile. E costa carissimo al club etneo l’intemperanza degli ultrà che hanno cercato lo scontro con la tifoseria di casa – gemellata col Palermo – ed hanno lanciato ripetutamente fumogeni. I tafferugli hanno provocato il ferimento di otto agenti della polizia intervenuta in tenuta antisommossa per evitare il peggio. Le indagini hanno portato l’arresto finora di dieci ultrà, alcuni di questi pregiudicati per reati gravi ed anche destinatari di Daspo,

Al Massimino senza pubblico

Il Catania, dunque, giocherà la partita di ritorno della finale di Coppa Italia di Serie C al Massimino il prossimo 2 aprile ma senza pubblico. Un danno tremendo che ha già rovinato la festa ai tanti appassionati rossazzurri che non potranno dare di presenza il loro sostegno alla squadra giunta alla prima finale della sua storia. Si riparte dal 2-1 per i veneti ma senza il calore dei tifosi sarà dura ribaltare il risultato del campo.

Scongiurata, tuttavia, l’ipotesi di giocare in un altro impianto o di altri provvedimenti come uno 3-0 a tavolino pavetanta.

La sentenza del giudice sportivo

Questa la sentenza: “Appare evidente la gravità dei comportamenti dei sostenitori del Catania. Invero, le condotte sopra riportate sono state perpetrate in violazione degli artt. 6, 25 e 26 C.G.S. (codice giustizia sportiva) e costituiscono fatti contrari alle norme in materia di ordine e di sicurezza e fatti violenti integranti pericolo per l’incolumità pubblica“.

Scrive il giudice nel dispositivo: “Nella specie va rilevato che esse hanno determinato, anche in concreto, la ritardata ripresa del gioco dopo l’intervallo di circa 4 minuti a causa, peraltro, dell’invasione di campo da parte di un numero consistente di tifosi ospiti. Inoltre, hanno rappresentato un rilevante rischio per l’incolumità dei tesserati e dei tifosi e d egli addetti ai servizi (considerate le modalità dei lanci effettuati in reciproco danno dalle due tifoserie) e hanno provocato danni all’impianto sportivo“.

Ed ancora: “Alla luce di quanto sopra esposto e osservato, nelle condotte di cui sopra si deve ritenere ricorrente un caso di particolare gravità che, in applicazione del comma 4 dell’art. 25 cit., impone l’inflizione, congiunta o disgiunta, anche di una delle sanzioni di cui all’art. 8, comma 1, lettere d), e), f), C.G.S. Nell’individuazione della sanzione più adeguata ed equamente commisurata alla gravità delle condotte perpetrate e alle conseguenze concrete che ne sono derivate, appare congrua la sanzione prevista dalla lettera e) e cioè l’obbligo a carico della Società Catania di disputare una o più gare a porte chiuse, oltre all’irrogazione di un’ammenda. La congrua graduazione della sanzione, commisurata alla gravità dei fatti scrutinati, appare quella di seguito indicata“.

Inoltre: “Ritenuta la continuazione, la misura della sanzione viene determinata in applicazione degli artt. 6, 8, lett. b) ed e), 13, comma 2, 25 e 26 C.G.S., valutate le modalità complessive dei fatti e la loro gravità, rilevato che la Società sanzionata disputava la gara in trasferta (r. arbitrale, r. proc. fed., r. c.c., documentazione fotografica – obbligo di risarcimento danni se richiesto). La misura medesima è attenuata in considerazione dei modelli organizzativi adottati ex art. 29 C.G.S. Per l’effetto, commina la sanzione della disputa di una gara casalinga a porte chiuse e di euro 10.000 di ammenda“.

E conclude: “Dispone che la sanzione della disputa di una gara casalinga a porte chiuse sia scontata in occasione della gara successiva di Coppa Italia Serie C che la Società CATANIA disputerà dopo la data di pubblicazione della presente decisione (Finale di Ritorno Coppa Italia Serie C del 2 aprile 2024)“.

Cinquemila euro di ammenda al Padova

Ammenda anche al Padova, sanzionato con 5mila euro: “Ritenuta la continuazione, misura della sanzione in applicazione degli artt. 6, 13, comma 2, 25, comma 3 e 26 C.G.S., valutate le modalità complessive dei fatti e che i fatti sopra indicati sono connotati da particolare gravità, in quanto hanno rappresentato un rilevante rischio per l’incolumità dei tesserati, dei tifosi e degli addetti ai servizi (considerate le modalità dei lanci effettuati in reciproco danno dalle due tifoserie) e rilevato che non si sono verificate conseguenze (r. Arbitrale, r. proc. fed., r. c.c.).

Wellbeck e Kirwan squalificati

Dal punto di vista prettamente sportivo, poi, si registrano due squalificati, uno per parte, che non potranno giocare la sfida decisiva per l’assegnazione del trofeo.

Welbeck del Catania (sanzionato anche con 500 euro di ammenda), espulso nel recupero del match di andata, e Kirwan del Padova diffidato ed ammonito durante il match di andata sono stati squalificati per una gara.