Nemo propheta in patria…nessuno è profeta nella sua patria. Lo sa bene Raul Brancaccio, tennista di origini campane, al quale è capitato di essere fischiato e insultato dal pubblico di casa, nel torneo Challenger di Napoli, fino a vederlo perdere a causa delle scommesse live. Sì proprio così, il ventiseienne (numero 321 del ranking Atp), ha dovuto subire l’onta di aver il pubblico palesemente contro, nel match che lo vedeva opposto al francese Herbert, affinché perdesse e facesse guadagnare chi aveva puntato sulla sua uscita dal tabellone.
Ciò è quanto denunciato dallo stesso Brancaccio con un post sul suo account Instagram, all’indomani della sconfitta per 6-3/5-7/0-6, rimediata dopo aver avuto a disposizione ben 7 match point sul 5-4 nel secondo set. Un black out totale che lo ha portato poi a perdere tutti i seguenti giochi, evidentemente per il peso del tifo contro nel torneo che come dice lui stesso, nato a Torre del Greco, quindi a pochi chilometri da Napoli, ha seguito fin da quando era piccolo.
“Volevo dedicare questo post a tutte quelle persone che facevano il tifo, quasi da stadio, contro di me”, esordisce Il tennista napoletano nel suo post, definendo come “gente ignorante, inutile e vergognosa, che rovina uno sport così bello solo per vincere scommesse e bollette”, coloro che lo hanno ricoperto di fischi. “Sono nato e cresciuto in questa zona e ho sempre cercato di portare il nome di Napoli più in alto possibile – continua – Ma perdonatemi che vi dica che sono contento di non viverci più, perché siete l’esempio di un popolo ignorante! Un torneo così importante a Napoli e tifare contro l’unico napoletano in gara è veramente vergognoso!”.
“Sono molto deluso da voi, ma in parte vi ringrazio per permettermi di fare rumore dopo quello che è successo”, aggiunge infine Brancaccio, concludendo con un invito rivolto al pubblico partenopeo: “Cambiate, per il vostro bene, ma se la prossima volta continuerete a tifarmi contro, fatelo più forte, perché più lo farete più ne uscirò forte”.
(foto Instagram)