L’onda lunga dell’entusiasmo interista…si pensa già ad aprire un ciclo?

di Alessandro Teri

Festa in grande doveva essere, e così è stata. L’Inter campione d’Italia per la ventesima volta si meritava una giusta celebrazione per la larga ed anticipata vittoria del campionato di Serie A 2023/24, ed i suoi tifosi non hanno mancato di godersela a dovere. I festeggiamenti per le vie di Milano sono andati avanti fino alla tarda serata di ieri, con tour della città su autobus scoperto e bagno di folla ormai d’obbligo, ma l’onda lunga dell’entusiasmo nerazzurro certo ci vorrà tempo per spegnersi. La felicità per questo trionfo interista è stata a lungo covata negli ultimi mesi, ed a farla detonare è servita prima la vittoria di una settimana fa nel derby vinto contro il Milan, poi l’ulteriore suggello apposto ieri con il 2-0 rifilato al Torino, tanto inutile ai fini statistici quanto utile a non intaccare minimamente un quadro perfetto.

La sbornia è finita

Ad onor del vero qualcuno ci ha messo del suo a rovinare una festa finora senza pecche, con comportamenti alquanto censurabili: tutto era filato liscio, fino a quando a Denzel Dumfries non è venuta la felice idea di esporre un cartello di dubbio gusto nei confronti del milanista Theo Hernandez. Al netto di precedenti dello stesso tenore compiuti dalla sponda opposta non più di due anni fa, del fatto si occuperà la Procura federale. Intanto la sbornia per la seconda stella è finita, pur se al termine della stagione mancano 4 giornate. Ciò che rimane però sembra essere la solidità di una squadra e di un ambiente che potrebbe ancora fare grandi cose.

I meriti del mister

Di protagonisti di questo scudetto ce ne sono tanti, in una rosa costruita a dovere, in cui tutti gli innesti hanno dato i loro frutti. Ma i meriti di un tale raccolto vanno a chi dalla panchina ha saputo far maturare tali traguardi, ovvero il mister Simone Inzaghi. A colui il quale ormai l’appellativo di “Inzaghino” va abbastanza stretto, è servito del tempo per compiere il capolavoro di questa stagione, partendo dallo scudetto dilapidato al primo anno in nerazzurro proprio a favore dei cugini milanisti, e passando dalla finale di Champions League di un anno fa persa al cospetto del Manchester City. Nel frattempo si è pure portato a casa due coppe Italia e tre supercoppe italiane, sue specialità già dai tempi della Lazio.

Basi solide

La domanda comunque adesso è una: questa Inter sarà capace di aprire un ciclo? E per rispondere al quesito prima di tutto bisogna dare un’occhiata al campo delle avversarie più accreditate, cioè Juventus e Milan, alle prese entrambe con delle incognite tecniche non da poco, la prima col dubbio amletico sul futuro di Max Allegri, la seconda in cerca di un profilo giusto per il dopo Pioli. Ciò non può che favorire i piani dell’Inter, che di suo non sta con le mani in mano, avendo nel frattempo pianificato una campagna acquisti sempre all’insegna di una dovuta oculatezza, grazie a quel mago dei “parametri zero” che risponde al nome di Giuseppe Marotta. Se ci sarà un nuovo ciclo interista è presto per dirlo, ma le basi per un solido dominio sembrano poter esserci. Senza dimenticare che è pur sempre una “pazza Inter”…

(foto Inter)