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Massima difficoltà per l’ottava tappa al Giro, e si arriva pure in salita

Cinque stellette, il massimo della difficoltà: così è classificata la tappa odierna, ottava del Giro d’Italia, che da Spoleto porterà il gruppo fino a Prati di Tivo, al termine di 152 chilometri senza respiro. Di certo non sarà il chilometraggio, non elevatissimo, a sfiancare la carovana rosa, bensì la lunga sequenza di salite disseminate sul percorso, terreno di caccia adatto a Tadej Pogacar. La maglia rosa, che nella crono di ieri ha consolidato il suo primato in classifica generale, difficilmente si lascerà scappare l’occasione per aumentare il distacco sugli inseguitori. L’unica incognita riguarda il punto in cui lo sloveno attaccherà, ovvero se partirà da lontano, oppure aspetterà il terribile arrivo in salita di oggi.

Si sale subito

La partenza verrà data alle 12 e 30 dal centro storico di Spoleto. Ad appena 7 chilometri dall’avvio c’è il primo dei tanti strappi previsti, ma le vere difficoltà arriveranno con l’ascesa di Forca Capistrello, Gpm di seconda categoria, ad un’altitudine di 1211 metri. Quindi i corridori affronteranno altre salite pedalabili, in attesa di giungere a Capitignano, da dove si salirà fino ai 1276 del Gpm di Croce Abbio (terza categoria).

Sforzo prolungato

Fin qui si saranno percorsi 112 chilometri di tappa, approcciando una prolungata discesa di 25 chilometri, nella quale riposare le gambe in previsione della salita finale, che soltanto a guardarla sulla carta mette paura. Per arrivare a Prati di Tivo, sede del traguardo, bisognerà ascendere per 14 chilometri e mezzo, con un dislivello di 1026 metri. Le pendenze non saranno impossibili, con una media del 7%, e punte massime dell’8,2%, ma a tagliare le gambe sarà la durata dello sforzo, senza poter prendere fiato, sempre con la strada che sale sotto i piedi. Si arriverà alla spicciolata, con il gruppo che prederà pezzi già lungo le prime salite di giornata, e se qualche fuga scatterà, dovrà accumulare un bel po’ di vantaggio per poter essere al sicuro da rimonte. Viene comunque difficile pensare che tra i battistrada all’arrivo possa non esserci Pogacar, per una tappa che sembra essergli cucita addosso.

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Published by
Alessandro Teri