Si torna in strada al Giro d’Italia, e per gradire c’è subito salita

di Alessandro Teri

L’altimetria della decima tappa

Si ritorna in strada, e lo si fa in grande stile al Giro d’Italia, con una tappa che promette battaglia. Passato il giorno di riposo si torna a fare sul serio, eccome! La tappa odierna, da Pompei a Cusano Mutri, riserva infatti nella seconda parte varie asperità con due gran premi della montagna, l’ultimo dei quali con arrivo in salita fino al traguardo, dopo i 142 chilometri previsti. Per riprendere confidenza con il percorso dunque la carovana rosa è attesa da una frazione di media difficoltà, tendente al difficile, su cui peserà però l’incognita di come i ciclisti di punta hanno metabolizzato il riposo di ieri.

Si torna col naso all’insù

La salita verso il traguardo

La partemza è fissata per le 12 e 55 da Pompei, costeggiando i resti della città antica sommersa dalla cenere del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Siamo ancora in Campania perciò, e la strada rimane pianeggiante per una quarantina di chilometri, ma da Arpaia in poi si inizia a salire, passando anche per lo strappo di Bivio Taburno, prima si approcciarsi alla salita di Camposauro, Gpm di seconda categoria, con 6 chilometri al 7,8% di pendenza media. Quindi arriva la discesa, che prelude ad una serie di nuovi strappetti in sequenza, che preparano il gruppo all’ascesa finale, mentre di chilometri ne sono già stati corsi 121. A Cusano Mutri si torna col naso all’insù, con una salita lunga in tutto 17 chilometri (gpm di prima categoria a Bocca della Selva), ma divisa in tre parti ben distinte: l’inizio è duro, con pendenze massime fino al 10 per cento, poi si rifiata un pò, con un tratto al 2,8% di media, per riprendere nuovamente ad alzarsi sui pedali nella parte finale, con un 7,2% medio, con lo sforzo che termina sul traguardo.