Come in formula uno le abilità del pilota da sole non bastano, anzi in quel caso forse sono superflue, così anche nel ciclismo è importante guidare una bicicletta che garantisca alte prestazioni, per raggiungere i migliori risultati. Nello sport del pedale, per fortuna, la componente umana rimane sempre preponderante, e se le gambe non girano c’è ben poco da fare, però con la tecnologia sempre più applicata al ciclismo non si può ignorare come scegliere il mezzo giusto sia fondamentale, pure ptra gli amatori. Rimanendo comunque al professionismo, la tappa numero 10 andata in scena ieri al Giro d’Italia, da Pompei a Cusano Mutri, è stata per certi versi storica, non solo per Valentine Paret Peintre che ha vinto la prima gara della sua giovane carriera facendo suo un arrivo in salita nella corsa rosa, ma anche perchè il francese ha portato prima al traguardo una bibicletta Van Rysel, marchio finora sottovalutato dagli appassionati e accolto da poco nelle competizioni World Tour.
Ritornando al paragone iniziale con la formula uno, è un po’ come se a vincere un gram premio fosse stata la monoposto di un costruttore al debutto tra i top team. Così la Van Rysel sta entrando nel giro che conta, al fianco dei marchi più blasonati, essendo stata scelta a partire da quest’anno dalla squadra francese della Decathlon-AG2R La Mondiale Team, nella quale corre proprio Valentine Paret Peintre, che come main sponsor ha non a caso la catena mondiale di articoli sportivi che commercializza le bici Van Rysel. Nello specifico i corridori AG2R utilizzano il modello RCR Pro, con soluzioni all’avanguardia essendo stato studiato in collaborazione con l’azienda statale francese per lo sviluppo aerospaziale. Inoltre le RCR Pro sono acquistabili, naturalmente in versione replica (e a prezzi più contenuti rispetto alle “rivali”), dai ciclisti amatoriali che perciò hanno la possibilità di sentirsi per un giorno vincitori di tappa al Giro.
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