La prima edizione del Campionato d’Europa si disputò nel 1960 con la fase finale francese ristretta a seminali e finale in corso d’opera e cioè durante il torneo perché ad ospitarla doveva essere una delle quattro semifinaliste.
Henry Delaunay, dirigente della Federcalcio francese e Segretario generale della neonata UEFA, propone di eliminare la Coppa Internazionale (pensata soltanto per Italia, Austria, Cecoslovacchia, Ungheria, Svizzera e allargata nella sua ultima edizione alla Jugoslavia) e creare la Coppa delle Nazioni Europee, ribattezzata agli albori ‘Coppa Delaunay aperta a tutte le nazioni europee. Il periodo è particolarmente complicato per una Europa divisa da muri reali e ideologici, dittature e Guerra Fredda.
Il numero esiguo delle nazioni iscritte, diciassette, dimostra che il torneo, almeno in questo primo atto, non riscuoteva grande appeal. Tra le partecipanti Francia, Portogallo e Spagna e il blocco orientale con Polonia, Romania, Ungheria, Bulgaria, Germania Est, Cecoslovacchia e Urss. A far paura un’outsider sempre presente, sempre forte ma mai vincente, la Jugoslavia che addirittura nelle ultime tre Olimpiadi 1948, 1952, 1956 era sempre arrivata in finale perdendole tutte con Svezia, Ungheria e Urss (dopo alcune settimane dalla fine del campionato Europeo 1960 a settembre alle olimpiadi di Roma finalmente arrivò la prima vittoria battendo in finale la Danimarca).
Mancano le big del vecchio continente: Italia, Germania Ovest, Inghilterra, Belgio. Ci sono Turchia e Grecia. Motivazioni differenti. Per l’Italia dopo la cocente delusione del 1958 (mondiali in Svezia) si preferì focalizzare il lavoro in vista del mondiale cileno. La prima fase del campionato prevedeva un turno preliminare per portare la squadra da 17 a 16, con la Cecoslovacchia che eliminò l’Eire.
Su va dunque agli ottavi con le sedici squadre che si affrontano in gare di andata e ritorno. Una delle favorite, l’Ungheria, viene subito eliminata dalla fortissima Urss (3-0, 1-1). L’ altra favorita la Francia si sbarazza della Grecia (7-1 tra andata e ritorno). La sfida più equilibrata è quella del Mar Nero con Romania – Turchia 3-0 e 0-2. La sfida dei Balcani, più equilibrata del previsto, è conquistata dalla Jugoslavia che batte la Bulgaria 3-1 (2-0, 1-1). Senza storia Norvegia-Austria 2-6 (0-1, 1-5), Germania Est – Portogallo 2-5 (0-2, 2-3), Polonia-Spagna 2-7 (2-4, 0-3). Deludono i vichinghi di Copenaghen, Danimarca – Cecoslovacchia 3-7 (2-2, 1-5).
Nei quarti c’è un colpo di scena, la Spagna si rifiutò di incontrare l’ Urss, il dittatore Francisco Franco vietò alle Furie Rosse la trasferta in terra marxista-leninista. Un’ altra triste storia infinita di come il calcio (o in generale, lo sport) si piega alla politica. Krusciov e l’ Unione Sovietica ne guadagnarono in immagine nei confronti dell’ opinione pubblica mondiale. E soprattutto superarono senza incontrare la squadra più forte del torneo allenata da Helenio Herrera che presentava Di Stefano e Suarez. Le altre gare dei quarti presentano il conto di una mancanza di equilibrio dovuto alla non presenza delle grandi squadre europee: Francia-Austria 9-4 (5-2, 4-2), Romania-Cecoslovacchia 0-5 (0-2, 0-3), Portogallo – Jugoslavia 3-6 che però vede i lusitani vincenti per 2-1 in casa per poi perdere 1-5 nella trasferta balcanica.
Si va alle semifinali e si sceglie come sede la Francia con due città ospitanti Parigi e Marsiglia. La gara di semifinale tra Cecoslovacchia e Urss vide la vittoria del sovietici per 3-0 nonostante la Cecoslovacchia potesse contare su elementi del calibro di Ladislav Novák e Josef Masopust. La doppietta di Valentin Ivanov e il gol di Viktor Ponedelnik stendono i cechi. La Cecoslovacchia annichilita dagli avversari sbaglia pure un calcio di rigore. Jashin e compagni sono in finale. Nell’ altra semifinale non c’è spazio per i deboli di cuore. Sarà la gara del campionato europeo con il record di gol realizzati ben 9, finale della gara 4-5 per la Jugoslavia sui padroni di casa francesi. La sequenza dei gol: la Jugoslavia va in vantaggio all’11’ con Galic un minuto dopo la Francia risponde con Jean Vincent. Transalpini in vantaggio alla fine del primo tempo con Heutte. Si va negli spogliatoi sul 2-1. Nel secondo tempo i giochi di artificio. Maryan Wisnieski sigla il 3-1 al 53′ ma Ante Žanetić due minuti dopo riduce lo svantaggio. La Francia va sul 4-2 ancora con un gol di Heutte. La Jugoslavia reagisce e si scatena con tre gol in cinque minuti. Tomislav Knež al 75′ porta i balcanici sul 4-3. La squadra di Albert Batteux crolla per la doppietta di Dražan Jerković attaccante della Dinamo Zagabria che ammutolisce il Parco dei Principi.
Lo shock francese si allunga anche nella finale per il terzo posto con i francesi ancora sconfitti dalla Cecoslovacchia per 2-0.
La finale si disputa a Parigi il 10 luglio. L’ Urss nel primo tempo rischia grosso con il mitico portiere Jashin che salva tre volte la porta dei sovietici. La Jugoslavia passa in vantaggio con Galic al 43′. Nel secondo tempo dopo due minuti arriva il pari dell’ Urss con Metreveli. Sull’1-1 si va ai supplementari e al 113″ arriva il 2-1 di Ponedelnik che abbatte il muro jugoslavo.
URSS: Yashin; Chokheli, Maslyonkin, Krutikov, Voynov, Netto, Metreveli, Ivanov, Ponedelnik, Bubukin, Meskhi
Allenatore: Gavriil Kachalin
Jugoslavia: Vidinić; Durković, Jusufi; Žanetić, Miladinović, Perušić; Šekularac. Jerković, Galić, Matuš, Kostic
Allenatore: Ljubomir Lovrić
Arbitro: Arthur Ellis (Inghilterra)
Reti: Galic al 43″, Metreveli al 47′, Ponedelnik al 113′