Domani Germania-Ungheria, il pallone racconta una finale mondiale
di Valentino SucatoCalcio15 Giugno 2024 - 13:22
Sono passati 70 anni da quando la Svizzera ospitò la Coppa del Mondo con l’Ungheria che perse in finale contro la Germania Ovest.
Sconfitta che brucia ancora
Quella sconfitta segnò la fine di un’era in cui i “Magic Magyars” o i “fiori magiari” ungheresi furono una delle migliori squadre del mondo.La quinta edizione del Campionato del Mondo ebbe sede in Svizzera, tale decisione fu presa addirittura nel 1946, quando il fumo della distruzione bellica della Seconda Guerra mondiale era ancora presente in molti stati e in tante città.
La Svizzera al centro del mondo
Quasi sicuramente la scelta della repubblica elvetica in quel momento storico fu dovuta alla sua neutralità quindi alla sua capacità di poter ospitare la manifestazione senza creare divisioni o peggio ancora boicottaggi.
Poco Svizzera tanta Ungheria
La Svizzera non aveva una grande squadra anche se riuscì a mostrare i muscoli in quanto paese ospitante almeno nel girone iniziale quando eliminò l’Italia e dopo averla battuta 2-1, poi replicò a nella gara di spareggio con 4-1. Il cammino degli svizzeri durò poco perché nei quarti arrivò un’ incredibile sconfitta per 7-5 con la vicina Austria e con essa l’eliminazione. L’ Ungheria era una delle squadra più forti anche se inizialmente non veniva data favorita per la vittoria finale: c’erano Brasile, Uruguay e Germania Ovest che sulla carta apparivano più attrezzate e l’Inghilterra come possibile outsider. E poi c’erano i magiari, forti di nomi importanti che in quel mondiale furono consacrati alla storia del football diventando eterne icone. Nel girone di qualificazione l’Ungheria battè facilmente la Corea del Sud con un 9-0 per poi umiliare i tedeschi con un’8-3 che al 74′ era addirittura un’ 8-1 e con i magiari capaci di sciupare almeno altre sei palle gol. Kocsic quattro reti, Puskas una, Hideguti due e una di Toth. Il blocco comunista aveva umiliato la parte occidentale della Germania. E nel periodo più caldo della guerra fredda non era cosa da poco. La Germania andò agli spareggi vincendo 7-2 con la Turchia e qualificandosi per il turno successivo.
Quarti e semifinali
A Berna il 27 giugno si materializzò l’impensabile, con il fortissimo Brasile battuta per 4-2 da rossi di Budapest. Carioca per lunghi tratti ubriacati dallo spettacolare centrocampo magiaro. La semifinale si presentava altrettanto difficile ma l’umore che tra i magiari era altissimo e con gli uruguagi si andò ai supplementari. Dal due a zero con le reti ungheresi di Czibor e Hideguti alla rimonta sudamericana 2-2 con la doppietta di Hohberg. L’Ungheria nei tempi supplementari volò grazie alle due reti di Kocsic.
Il miracolo di Berna
E si arriva alla finale di Berna, Ungheria – Germania Ovest, una partita che resterà nella storia anche per come è maturato il risultato. L’ 8-3 , il film già visto, durante la fase a girone per i tedeschi, rappresentò uno schiaffo da cui imparare tanto e infatti impararono tanto. I magiari peccarono molto, sottovalutando sia la forza dei tedeschi che i motivi che avevano determinato, qualche giorno prima, nella partita con l’Uruguay, la rimonta sudamericana. I rossi entrarono in campo con la voglia e la consapevolezza che la Coppa poteva essere loro e che i tedeschi sarebbero stati una formalità. E già all’8′ i magiari vincevano 2-0 con le reti di Puskas e Czibor. Ma i tedeschi ebbero la forza ed anche la fortuna di portarsi dopo pochi minuti sul 2-2 con Morlock e Rahn. E si era solo al 18′. Le squadre battagliarono ma le difese arginarono tutti i pericoli e quando di pensava ai supplementari arrivò all’ 84′ la seconda rete di Rahn che piegò sul campo (ma non per la storia) i “fiori magiari”, in quella partita che verrà più battezzata “il miracolo di Berna”.