Ciclisti vittime della strada, quando ad ucciderli due volte sono i nostri politici
di Fabio BolognaAttualità17 Giugno 2024 - 15:33
Un ciclista morto ogni 24 ore in Italia, 1075 negli ultimi 5 anni. Un dato disarmante, nonostante le statistiche evidenzino percentuali in calo, aggravate dalla triste leadership che ricopre l’Italia in ambito europeo, visto e considerato che il bel paese (si fà per dire) guida la classifica continentale di incidenti mortali in bici con 5,1 decessi ogni milione di km percorso in bicicletta, che equivalgono al doppio della Francia (2,9) e 5 volte quello della Norvegia che dal 2019 ha avviato un percorso che porterà al progressivo divieto di utilizzo delle auto nei centri urbani di Oslo.
Politica italiana indifferente e insensibile
Ma cosa fa la nostra politica per arginare l’alto indice di mortalità? Assolutamente nulla, anzi, si dimostra con i fatti insensibile al problema, bocciando la norma salva ciclisti che prevede il metro e mezzo di distanza in fase di sorpasso e ancora peggio, permette al consigliere milanese di Fratelli d’Italia Paolo Roccatagliata di continuare a ricoprire la propria carica, nonostante l’infelice uscita sbraitata durante il Consiglio del Municipio di Milano 2 per contestare alcune iniziative della maggioranza di centrosinistra, atte a fronteggiare i numerosi incedenti mortali che hanno avuto come protagonisti diversi ciclisti proprio nel capoluogo lombardo: “Per voi che finite sotto i camion – ha dichiarato apertamente – mi dispiace, ma neanche tanto. I ciclisti se la cercano. Se prendi la bicicletta in una città come Milano dove la gente si muove in macchina per lavoro, sai quello che rischi. Se poi la fai ‘sporca’, magari passando con il rosso o andando contromano, ancora di più. Io li vedo come si comportano: vedo che non rispettano le regole”.
Quali erano i provvedimenti presentati in Consiglio
Dopo i morti nelle strade di Milano, soprattutto utenti che utilizzavano la bicicletta in alternativa alle auto per andare a lavorare, erano state presentate delle proposte per incrementare i chilometri di pista ciclabile, a discapito di marciapiedi e parcheggi, per riservare spazi sicuri ai tanti che hanno fatto della green mobility uno stile di vita. Provvedimenti chiaramente in contrapposizione alle idee del consigliere Roccatagliata (anche se di tagliato, metaforicamente, meriterebbe qualcos’altro) in materia di mobilità urbana, il quale ritiene che Milano sia una città a misura esclusivamente di auto e camion: “ A Milano c’è una fame terribile di parcheggi e lo dice uno che ha il posto auto e quindi non ha problemi. Ma come si fa a fare a pensare alle ciclabili quando le persone non sanno dove parcheggiare la macchina di sera”. E ancora, “perché le strade sono fatte per le auto e per ultimi i ciclisti, che si sentono i padroni della strada, quelli come me che si muovo a piedi sui marciapiedi spesso hanno problemi proprio con i ciclisti”.