Andrea Piccolo licenziato dal suo team per il sospetto trasporto di ormoni della crescita

di Redazione

Altro caso controverso nel mondo del ciclismo, dopo il licenziamento di Andrea Piccolo da parte della EF Pro Cycling. Il team World Tour nelle scorse ore ha messo fine al rapporto con il proprio ciclista, in quanto ieri sarebbe stato fermato dalle autorità italiane all’ingresso nel Paese con l’accusa di trasporto di ormone della crescita. Ciò è quanto riportato nel comunicato con cui la EF Pro Cycling ha dato notizia del licenziamento del corridore, che ora comunque avrà modo di chiarire la propria posizione davanti alla giustizia italiana e alle autorità antidpoing.

Piena collaborazione

La EF Pro Cycling ha terminato il contratto di Andrea Piccolo, con effetto immediato – recita la nota ufficiale – Piccolo è stato sospeso internamente senza stipendio a marzo dopo aver assunto un sonnifero che non era stato approvato dalla squadra, sebbene legale. La squadra ha segnalato l’uso all’UCI immediatamente, ma a causa di motivi legali legati al contratto standard del corridore UCI, non è stata in grado di terminare il suo contratto al momento – si legge – Dopo aver scontato la sua sospensione, è tornato a competere al Giro d’Italia. Il 21 giugno, Piccolo è stato fermato dalle autorità italiane all’ingresso nel Paese con l’accusa di trasporto di ormone della crescita umano. Collaborereremo pienamente con qualsiasi indagine sulla questione e incoraggiamo Andrea a essere aperto e sincero con le autorità antidoping”.

Sostanza dopante

Dunque il rapporto tra Andrea Piccolo, corridore classe 2001 professionista da 3 anni, e la propria squadra era già complicato da tempo, vista la sospensione subita nei mesi scorsi. Ora inoltre si è arrivati al licenziamento in tronco, vista l’accusa nei confronti del corridore di trasporto di ormone della crescita umano, il cui uso abusivo può avere effetti anabolizzanti e perciò viene vietato in quanto sostanza dopante, per di più difficile da rintracciare.

(foto Instagram)