Il 28 luglio appuntamento con l’Etna Trail, tra boschi e paesaggi vulcanici
di RedazioneAltri sport09 Luglio 2024 - 13:48
In programma il 28 luglio l’Etna Trail, l’evento di trail running che si terrà sul versante Nord del vulcano catanese. A tenersi saranno la Salomon Maxi Race Etna Trail di 64 chilometri, più la 24 e la 14 chilometri. E a descriverne il percorso più lungo è il direttore gara, Carmelo Santoro, il quale ripercorre vitrualmente i 64 chilometri di sentieri che verranno affrontati dai tanti amanti dell’off road presenti, attraverso un percorso panoramico con tratti in cui si corre in boschi di pini, faggi, e betulle, oltre all’attraversamento di sciare laviche e deserti vulcanici.
Si parte di buon mattino
“Il percorso parte alle 6 del mattino da Piano Provenzana a quota 1800 metri, con un tratto subito in discesa in direzione della pineta Ragabo”, spiega Santoro. Dopo il bosco si transita all’interno della grotta di scorrimento lavico chiamata Grotta di Corruccio, per poi proseguire verso lo Zappinazzo, dove si trova il più grande pino laricio dell’Etna. Il percorso si snoda poi verso le grotte Dei Rotoli e Della Neve, per salire verso il Rifugio Citelli e la Grotta di Serracozzo. Da qui si apre lo scenario verso Monte Frumento delle Concazze, “il punto più bello della gara, dove inizia la discesa e puoi godere di un panorama stupendo”, dice ancora Santoro.
Un po’ di refrigerio
Si passa poi sui monti Sartorius, per fare ritorno verso il check point di Piano Provenzana, e ripartire attraversando la colata lavica del 2002 e dirigersi verso un’antica bottoniera del 1911. Si ritrova un po’ di refrigerio grazie all’attraversamento della faggeta di Timpa Rossa; quindi ancora antiche colate laviche e i cosiddetti dammusi, e la Grotta dei Lamponi: “Questa parte è il punto più duro della gara – continua il direttore di gara – siamo tra i chilometri 48 e 52, con la strada che parte da 1600 e arriva a 2000 metri, e in 4 chilometri abbiamo ben 400 metri di dislivello”. Manca ancora una impegnativa salita verso l’Osservatorio Vulcanologico a Pizzi De Neri, prima della discesa finale che conduce al traguardo posto a Piano Provenzana.
(foto Giulia Vecchio)