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Lo stadio non c’è più, e per l’Atletica Savoca il futuro ormai è a rischio

L’Atletica Savoca non ha più dove allenarsi. Il giorno tanto temuto è arrivato per la società messinese, realtà di spicco a livello regionale anche nel settore giovanile, che ora si ritrova senza una struttura dove proseguire la preparazione per le prossime gare, ma soprattutto con una situazione che ne mette a rischio il proseguimento dell’attività. La vicenda riguarda l’inagibilità ormai totale del campo di allenamento utilizzato dall’Atletica Savoca, a causa dei lavori in corso da parte di Rfi per la realizzazione del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo. Già nei mesi scorsi il cantiere aveva relegato le attività sportive in una porzione di 100 metri dello stadio finora esistente, ma adesso anche quello spazio non c’è più, senza che però nel frattempo sia stata trovata una soluzione che metta in salvo l’attività dell’Atletica Savoca.

In attesa di sviluppi

Ciò che era stato paventato quindi purtroppo è diventato realtà, nonostante l’impegno profuso in questi mesi dal comitato “Salviamo l’Atletica Savoca”, nato per tutelare una società sportiva così importante per tutto il comprensorio jonico della Valle d’Agrò. Attualmente i giovani atleti messinesi sono costretti ad allenarsi in spiaggia la mattina presto, in attesa che a fine agosto sia pronto il campo alternativo, come concordato con l’amministrazione comunale di Savoca, ed in vista della realizzazione di un nuovo stadio, finanziato dal ministero dello Sport, con l’impegno di Fidal e Rfi. Rimane comunque un grosso punto interrogativo sul futuro dell’Atletica Savoca, che finora è stata una fucina di talenti per tutto il territorio, ma che deve fare fronte ad una mancanza di certezze sul prosieguo della propria attività. L’ultimo appello è stato lanciato al governo nazionale, chiedendo almeno un sostegno economico per il trasporto in pullman a Messina di 40 atleti fino a settembre, per poter farli allenare.

Futuro incerto

“L’Atletica Savoca in tutta questa situazione è stata l’unica a subire danni enormi da un punto di vista sportivo, tecnico-agonistico, umano, sociale, psicologico, economico e di immagine e da settembre, se non ci saranno iscrizioni, non sapremo come fare – si legge in una nota stampa – Oltre agli evidenti danni ai ragazzi, ci sono per la società stessa danni legati al numero crescente di abbandoni, in quanto vista la situazione in cui ci troviamo da giugno 2023, molti genitori preferiscono far praticare un altro sport dove non ci siano le stesse incertezze sul futuro”. “Non sappiamo dove allenarci – si prosegue – Non possiamo allenarci sull’asfalto o sulla terra battuta. Abbiamo ostacolisti, velocisti, saltatori in alto, in lungo e triplisti, lanciatori, mezzofondisti e marciatori e per tutti occorre l’allenamento specifico in pista, soprattutto per tutelare la sicurezza dei ragazzi”.

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Redazione