Gianluca Morabito una laurea in ingegneria forgiata dall’esperienza nel Team Nibali
di Valentino SucatoCiclismo31 Luglio 2024 - 19:11
Gianluca Morabito messinese, 22 anni, oggi ha conseguito presso l’università degli Studi di Messina la laurea triennale in Ingegneria Gestionale con tesi su “l’intelligenza artificiale generativa come strumento per l’europrogettazione” con il voto finale di 110 e lode. Un risultato certamente importante così come raggiunto da tantissimi altri colleghi.
La laurea come metafora
La laurea dunque come un traguardo intermedio tra due momenti della vita con il quale finisce il mondo dell’ adolescenza ed inizia la vita pre-lavorativa, dopo tanti sacrifici, di curve pericolose da gestire, momenti difficili, di crisi, di panico pre-esami e poi, dopo averne superato uno, gli scollinamenti per seguire un’ altra materia. E le fughe dai libri e i successivi ricongiungimenti, grazie anche ai rifornimenti mentali qualche sera lontana dai libri, teoremi, tra una dimostrazione di un limite e la determinazione di un integrale. E cercare di accelerare per studiare qualche pagina in più perché il tempo stringe e un’ altro esame si avvicina mettendo in obiettivo una cronoscalata verso quel momento in cui ti siedi davanti ad professore per sentire dire la prima domanda. Ma che cosa ha di particolare la laurea del neo-dottore Morabito. Beh forse si è già capito. Gianluca ha avuto a che fare con lo sport, in particolare con il ciclismo. Tesserato con il Team Nibali dove ha corso per sei anni, finiti i quali ha visto davanti a sé un bivio e ha scelto il percorso di studio verso la laurea rinunciando alla bici.
L’ esperienza nel Team Nibali
Quanto lo sport ha inciso sulla tua formazione scolastica e universitaria?
“Lo sport mi ha aiutato tantissimo. La disciplina, la resilienza e la gestione del tempo che ho imparato con il ciclismo sono stati fondamentali. Ad esempio, ricordo un ritiro che abbiamo fatto nel nord Italia a Caneva. Eravamo un gruppo di ragazzi di 16-17 anni e dovevamo gestirci da soli: seguire una dieta rigorosa, trovare il tempo per cucinare, lavare e allenarci. È stata un’esperienza molto intensa sia fisicamente che mentalmente, ma incredibilmente formativa. Ho imparato quanto sia importante fissare obiettivi, lavorare sodo e non mollare mai“.
Un Team vincente quello di Nibali…
Il Team Nibali è stato fondamentale. “Essere parte di questa squadra mi ha lasciato tanti insegnamenti che sono stati cruciali per il mio percorso Universitario”. “Durante il ritiro a Caneva – conclude – dover gestire tutto da soli ci ha insegnato la responsabilità e l’importanza di lavorare in team.Dal punto di vista emotivo, è stato un periodo intenso. Vivere e allenarsi insieme, affrontando le sfide quotidiane, ha creato legami forti e ci ha insegnato a supportarci a vicenda. . Purtroppo, abbiamo anche vissuto momenti molto difficili, come la perdita di Rosario . Anche se sono esperienze dolorose, sono proprio questi momenti che mettono alla prova la nostra capacità di rialzarci e andare avanti. Questi insegnamenti insieme al senso di disciplina e di ordine trasmessi , mi hanno aiutato nello studio, permettendomi di gestire meglio il mio tempo, pianificare e rimanere concentrato e motivato. Senza l’esperienza e i valori acquisiti nel Team Nibali non avrei raggiunto il mio obiettivo accademico con la stessa eccellenza”