Parigi, piscina lenta e niente record, parlano gli esperti

di Valentino Sucato

A Parigi niente record mondiali nel nuoto: è quanto viene fuori dalle prime giornate di gare olimpiche che rispetto alle edizioni precedenti registra performance non capaci di abbattere i vecchi record precedenti. Fermo restando che man mano l’uomo si spinge sempre avanti, i margini di miglioramento si vanno riducendo anche se spesso le nuove tecnologia possono aiutare a spingere l’asticella più avanti, nel caso del nuoto più indietro, visto che si tratta di valori espressi in tempo. Tuttavia a Parigi secondo gli esperti una motivazione plausibile potrebbe essere data dalla profondità della piscina la cui riduzione determina la “lentezza delle performance” .

Meno profonda, meno veloce

Le cause sarebbero da ricondurre alla profondità pari 215 centimetri contro i 300 della precedente edizione, quella di Tokio. “Un profondità ridotta – spiegano gli esperti-  potrebbe causare un maggior  riflesso delle onde sul fondo, creando turbolenze che rallentano i nuotatori”. Per spiegarlo in termini più pratici si tratterebbe di un maggiore movimento dell’ acqua che renderebbe necessario un maggiore sforzo del nuotatore in quanto si troverebbe davanti una micro-onda proveniente dal basso.  Questo a sua volta causerebbe maggiore dispendio di energia e di tempo. Ovviamente si tratta di variazioni impercettibile all’ occhio umano ma che tuttavia in una gara dove si vince o si battono i record  per differenze millesimali, assumo un peso determinante  Qualcuno addirittura va oltre affermando  che altri possibili fattori potrebbero incidere sui risultati come la qualità dell’acqua, le condizioni climatiche all’interno dell’arena e persino la progettazione dei costumi da gara. Queste variabili al momento sembrano però suscitare meno attenzioni da parte degli esperti.