In 31 per il Campionato Regionale dell’Ente di Promozione Sportiva Acsi. Un Comune transennato per quattro amici, squadre che all’ultimo minuto decidono di non partecipare ed un risultato agonistico che lascia, a questo punto, il tempo che trova. Questo in sintesi quello che è successo ad Agira, comune della Provincia di Enna, dove domenica 4 Agosto si sarebbe dovuto disputare il Campionato Regionale Acsi. Il condizionale è d’obbligo, perchè quello che è successo in occasione della Coppa San Filippo D’Agira tutto sembrava essere tranne che la gara ciclistica amatoriale più attesa dell’anno per gli affiliati all’EPS. Unica nota positiva la presenza di Stefano Bartolotta, ciclista amatoriale molto conosciuto e amato in Sicilia, che rientrava dopo un grave lutto che lo ha colpito questo inverno.
E’ proprio un periodo pesante per il ciclismo amatoriale siciliano. Prima i fatti di doping che hanno acceso i riflettori sulla nostra regione, adesso le gare deserte. Stavolta però il discorso è ancora più complesso, gli squalificati/sospesi non c’entrano nulla e le aspettative erano ben altre. Sarà forse colpa del periodo estivo? Scelta scellerata in seno al calendario? Fatto sta che forse la soluzione migliore sarebbe stata rimandare la manifestazione a data destinarsi, perchè non era una semplice gara ciclistica, ma sarebbe dovuta essere la gara che assegnava la maglia del più forte della Sicilia, di uno degli Enti di Promozione Sportiva che in campo nazionale vanta (o vantava) una tradizione importante. Un episodio che ripercorre quanto accaduto sette giorni addietro a Racalmuto (Ag), in occasione del Festival del Ciclismo, dove a giocarsela sono stati in 9 nella categoria Under e in 26 tra gli Over. Aggravante, a parere di chi scrive, l’aver deciso, in questa occasione, di mandare in diretta streaming l’evidenza di un flop senza precedenti, rivelatosi uno spot boomerang per l’ente di promozione sportiva, per il paese di Agira e per gli sponsor. Se la presenza di pochi partenti è un dato assodato per le categorie giovanili, cosi non è mai stato prima per quelle amatoriali, dove, anche in questa stagione, abbiamo assistito a gare ciclistiche riservate ai Master anche con più di 150 partenti.
Una responsabilità che va condivisa ed una soluzione che va trovata. Sembra ci sia una nevrosi del fare. Un voler a tutti i costi organizzare delle gare ciclistiche in un periodo storico dove un problema c’è ed è evidente. E’ necessario a questo punto rinnovare i meccanismi e le dinamiche che ruotano attorno al ciclismo amatoriale. Le vecchie logiche che animavano il dietro le quinte degli eventi ciclistici probabilmente non funzionano più, vanno riammodernate perchè il mondo va avanti e con se si porta nuovi modelli organizzativi, usi e consuetudini che non sono più consuete. E’ forse il caso di coinvolgere di più gli attori principali di una corsa ciclistica: i ciclisti. Perchè la sensazione è che si facciano i conti senza l’Oste.