Sospensione cautelare per Claudio Nicosia, per lui positività ad un diuretico
di RedazioneCiclismo06 Agosto 2024 - 19:44
Arriva l’ennesima sospensione cautelare da parte della Procura Nazionale Antidoping a carico di un ciclista amatoriale. Questa volta la sostanza riscontrata è un diuretico e a farne le spese e Claudio Nicosia del Team Rossoazzurri (il terzo della compagine catanese). La sostanza riscontrata, come riportato da Nado Italia, è l’idroclorotiazide, un diuretico utilizzato per il controllo della pressione arteriosa ma proibito e inserito nell’elenco della WADA tra le sostanze vietate. Claudio Nicosia è tra i ciclisti più conosciuti del circuito amatoriale che anche quest’anno si è messo in mostra con diverse vittorie e podi.
Perché la sostanza è vietata
Questa sostanza, contenuta in farmaci come l’Esidrex, Moduretic, agisce sui reni per contrastare la pressione alta. Nello sport il suo utilizzo, come tutti i diuretici, è vietato. L’introduzione di tali farmaci nella lista Wada risale al 1988, in quanto il loro utilizzo viene associato dalla procura antidoping ad una ricerca veloce della perdita di peso (per la lotta ad esempio) o per camuffare altre sostanze dopanti usate in precedenza, grazie ad una aumentata diuresi. Circa l’8% delle positività ad un controllo antidoping sono riconducibili all’utilizzo, consapevole o meno, di un diuretico. In genere possono rimanere tracce di Idroclorotiazide nel corpo fino a venticinque ore successive al suo utilizzo, anche se con metodiche sensibili di controllo delle urine potrebbe essere possibile ritrovare minime parti della sostanza in circolo anche per tempi più prolungati.
Cosa si rischia, il caso del calciatore del Cagliari
Chi viene trovato positivo ad un diuretico rischia una condanna fino a 4 anni di squalifica. Il caso più famoso in tal senso riguarda il calciatore del Cagliari, Joao Pedro, trovato positivo nel 2018 proprio all’idroclorotiazide. Per il calciatore la Nado a aveva chiesto una squalifica di 4 anni, ma in appello si ridusse a 6 mesi, in quanto la difesa riuscì a fare passare la tesi che la sostanza riscontrata era stata assunta involontariamente attraverso un integratore preso in Brasile, sua patria di origine.