Parigi 2024, il Settebello derubato dagli arbitri si inchina ai rigori all’Ungheria

di Edoardo Ullo

Beffa. Atroce. La più amara. Ed una vera e propria vergogna arbitrale. Il Settebello si arrende ai rigori all’Ungheria per 12-10 nei quarti di finale del torneo di pallanuoto maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024 ma durante la sfida con i magiari un arbitraggio che definire scandaloso sarebbe già un eufemismo ha cambiato il volto della partita.

Una decisione sciagurata e scellerata che ha compromesso e rovinato irreversibilmente una gara che fino all’episodio che ha suscitato perfino i fischi del pubblico neutro era stata dura ma corretta e che si stava svolgendo nei canoni di un quarto di finale che è una classica della pallanuoto mondiale.

L’Italia è sicuramente danneggiata e derubata esce con tanta rabbia in corpo con la consapevolezza che senza l’incredibile espulsione per brutalità a Francesco Condemi probabilmente sarebbe stata un’altra partita.

Il Settebello del Ct Sandro Campagna esce dalla corsa alle medaglie per 12-10 dopo i tiri di rigore dopo che i quattro tempi regolamentari si erano chiusi sul 9-9 al termine di un match drammatico ed estremamente equilibrato.

Avvio ungherese, Velotto risponde a Manhecrz

Iniziano meglio i magiari che volano sul 2-0 con doppietta di Manhercz. Velotto accorcia. I magari tornano avanti di due reti sempre con Manhercz ma è ancora Velotto con una bordata fulminea a riportare sotto gli azzurri al termine del primo parziale.

Segna Condemi, l’arbitro annulla ed espelle il siciliano

La sfida è viva e si accende nella seconda frazione. Tante le trattenute segnalate che fanno alzare la tensione già altissima. Del Lungo compie tre grandi parate su Vamos ed è bravo anche su Jansik. Condemi segna un gol dei suoi: di potenza, pesante perché permette ai suoi di pareggiare. Anzi, permetterebbe. L’arbitro Miskovic va al var e dopo un lungo consulto compie l’impresa: annulla il gol del 3-3 al siciliano, lo espelle per brutalità e dà rigore e superiorità numerica per quattro minuti all’Ungheria.

Le immagini del var mostrano che il braccio di tiro di Condemi dopo aver rilasciato il pallone colpisca un avversario (Jansik) che effettivamente subisce il colpo al volto. L’interpretazione capolavoro dell’arbitro montenegrino però valuta il movimento naturale come gesto violento (e quindi volontario). Impossibile frenare l’estensione di un movimento dopo averlo fatto: sfiderebbe le leggi della fisica e sicuramente non c’è stata volontarietà di Condemi.

La partita cambia per ovvi motivi: Manhercz trasforma il rigore del 4-2 in una bolgia col pubblico della Defence Arena che fischia pesantemente la coppia arbitrale. Le squadre vanno al riposo lungo sul 4-2: bravi gli Azzurri a resistere nonostante l’evidente ingiustizia arbitrale subita che nega il 3-3 e porta le squadre al cambio vasca sul doppio vantaggio magiaro.

Riparte il match, quattro reti del Settebello

Il merito della squadra di Sandro Campagna è quello di trasformare nel migliore dei modi la rabbia per il torto. Di Fulvio accorcia in inferiorità numerica, Echenique in controfuga pareggia. Poi dalla distanza segna il sorpasso e Di Fulvio in diagonale porta il punteggio sul 6-4.

Gli avversari tornano a segnare dopo nove minuti di digiuno con il mancino di Zalanki (7-6) in superiorità ma i magiari devono fare i conti con il capitano Di Fulvio che con una mezza finta mette a sedere tutti e insacca il 7-5 dell’Italia.

Si sveglia però Zalanki che segna ancora per il 7-6 ed è con questo punteggio che si chiude il terzo parziale.

Nell’ultimo quarto Echenique beffa per la terza volta Vogel sullo stesso angolo ed è di nuovo doppio vantaggio azzurro sull’8-6. Reazione dell’Ungheria che ristabilisce la parità: segnano Fekete, di furbizia con un tiro a rimbalzo, e Zalanki per il temporaneo 8-8.

L’Italia ha la palla del vantaggio: Vogel commette un fallo da rigore su Fondelli, ma il portiere ungherese ipnotizza lo stesso Fondelli e ricorda a tutti come sia uno specialista dai cinque metri.

Gol mancato, gol subito per l’Italia anche nella pallanuoto. Sissignore. Manhercz 9-8 firma il quinto centro personale per il sorpasso magiaro sul 9-8. Campagna chiama il time out e detta lo schema in superiorità. La botta di Presciutti ristabilisce l’equilibrio nel punteggio sul 9-9.

Del Lungo si supera nel finale

Mancano 19 secondi al termine e c’è una controfuga magiara nei secondi finali, ma Del Lungo è monumentale sul tiro a colpo sicuro di Jansik.

Ai rigori Vogel è fenomenale

Si va ai tiri di rigore. Nel Settebello si alternano i due portieri. Del Lungo devia il penalty iniziale di Varga, Nicosia ipnotizza Fekete. Ma dall’altra parte Vogel fa la differenza respingendo su Di Fulvio, Fondelli e Di Somma, mentre Manhercz (ci verrebbe da dire chi se non lui) sigla il gol che manda l’Ungheria in semifinale con la Croazia. L’altra semifinale vedrà la Serbia affrontare gli Stati Uniti. L’Italia schiuma rabbia per un arbitraggio quantomeno rivedibile ma è anche vero, se proprio la si deve dire tutta, che non è possibile sbagliare tutti questi rigori anche se ci si trova di fronte ad un fenomenale Vogel.

Italia-Ungheria 10-12

Parziali: 2-3; 0-1; 5-2; 2-3

Italia: Del Lungo , Di Fulvio 3, Velotto 2, Gianazza, Fondelli, Condemi, Renzuto Iodice, Echenique 3, Presciutti 1, Bruni, Di Somma, Iocchi Gratta, Nicosia. Allenatore Campagna

Ungheria: Vogel, Angyal, Manhercz 5, Molnar, Vamos, Nagy, Zalanki 3, Fekete 1, Vigvari, Varga, Jansik, Harai, Banyai. Allenatore Varga

Arbitri: Alexandrescu (Romania), Miskovic (Montenegro)

Note. Tempi regolari conclusi 9-9. Espulso per gioco violento Condemi a 5’36” del secondo tempo. Uscito per limite di falli Molnar a 6’20” del quarto tempo. Superiorità numeriche: Italia 4/10 + 2 rigori falliti (Fondelli colpisce il palo a 3’07” nel primo tempo sul risultato di 1-0 per l’Ungheria; Vogel para a Fondelli a 3’45” del quarto tempo sul punteggio di 8-8) e Ungheria 3/14 + 2 rigori. Ammonito il tecnico Campagna a 6’20” del quarto tempo. Ai rigori si alternano in porta Del Lungo e Nicosia. Sequenza dei rigori: Varga parato da Del Lungo, Di Fulvio parato da Vogel; Vamos gol, Fondelli parato; Zalanki gol, Presciutti gol; Fekete parato da Nicosia, Di Somma parato; Manhercz gol.

Foto Giorgio Scala / DBM