A Parigi ha respirato l’aria olimpica e fatto un’esperienza importante sia a livello personale che agonistico per sé ma anche per lo sport che pratica. Il palermitano Domenico Caravello racconta l’esperienza durante le esibizioni di muay thai nella capitale francese durante i Giochi a Cinque Cerchi del suo sport che è nella lista delle discipline dimostrative e che potrebbe entrare nel palinsesto ufficiale.
I praticanti sperano già da Los Angeles 2028 essendo in programma alcune rotazioni ed alcune novità: è sempre più insistente la voce che la boxe dopo oltre un secolo lasci spazio.
L’antica arte marziale thailandese, quindi, potrebbe essere selezionata tra quattro anni. Anche se non c’è connessione su una eventuale ingresso nel palinsesto ed una esclusione della boxe.
Comunque vada, Domenico Caravello è già nella storia. Rimane il primo italiano a partecipare ad un torneo alle Olimpiadi benché sport dimostrativo.
A questa esibizione hanno preso parte i migliori atleti di ogni federazione. L’unico atleta italiano a rappresentare la nostra nazionale il palermitano Domenico Caravello, figlio d’arte nella muay thai in quanto nato e cresciuto dal padre Nicola, coach della nazionale. Quest’ultimo, è stato anche ambasciatore della nazionale italiana e della federazione Federkombact.
Come è noto, Domenico Caravello ha disputato due match incrociando i guantoni prima con il campione di Ungheria, nonché numero 5 nella classifica mondiale, Zoltan Nardelotti, e con il campione marocchino, primo nella classifica mondiale della categoria dei 75kg, Youssef Assouik.
Domenico Caravello parla ai microfoni di SportWebSicilia sulla sua esperienza Parigina dopo il suo rientro in città. Queste le sue parole: “Ho partecipato a questo torneo dimostrativo e sono stato l’alfiere italiano per la muay thai. L’ho fatto con i migliori al mondo. È stata una grande esperienza ed è stato un motivo di grande crescita per me. Esperienza dal punto di vista formativo ed è sempre un onore rappresentare l’Italia.
La prospettiva e la speranza di vedere la muay thai alle prossime Olimpiadi di Los Angeles 2028 anima tutto il movimento internazionale. Caravello sottolinea: “Il mio grande sogno sarebbe partecipare alle Olimpiadi 2028 di Los Angeles, semmai dovesse la muay thai far parte del palinsesto dei Giochi. Da qui a quattro anni arriverei lì con una notevole esperienza in più ma ancora con una età molto giovane, avrò 25 anni”.
Poi uno sguardo al futuro a breve termine. Dopo le prospettive si torna a parlare del quotidiano. Caravello nella sua giovane carriera ha vinto il titolo italiano Federkombat per tre volte, poi è stato due volte argento ai mondiali e tre volte bronzo ai campionati europei.
Il talento palermitano racconta: “Dopo Parigi mi sto godendo un po’ di vacanze, inizierò poi ad allenarmi per partecipare ai campionati Europei, poi avrò un grande evento e ad ottobre combatterò per il titolo, non so se italiano o europeo, qui a Palermo”.
Inoltre parla dei suoi inizi: “Si può dire che sono nato in palestra. Da sempre lo sono stato e da quando avevo 3-4 anni ho cominciato a tirare i primi pugni, poi ho sempre alternato con la muay thai”.
Domenico Caravello è allenato dal padre, Nicola Caravello, ex atleta internazionale, colui che ha portato in Sicilia la muay thai iniziando il movimento. “Il rapporto con papà è stato da sempre molto affine. Ci sono chiaramente difficoltà da affrontare in quanto figlio ed allievo ma abbiamo sempre trovato le soluzioni. io sono stato sempre libero. A livello sia umano che sportivo devo tanto perché mi sta diventando ad essere l’uomo che sto diventando”.