Il ritorno del guerriero, accolto dalla sua gente con gli onori che gli spettano. Per Nino Pizzolato, bronzo a Parigi 2024 nel sollevamento pesi, l’accoglienza riservatagli dal paese di Salaparuta, dove è cresciuto con la sua famiglia, è stata carica di emozioni e di gratitudine, per aver portato una piccola cittadina che conta meno di duemila abitanti su un podio olimpico. Così in una caldissima mattina estiva all’indomani di Ferragosto, l’atleta che ha portato il nome della Sicilia in alto anche ai Giochi da poco terminati, dopo aver vinto il bronzo pure tre anni fa a Tokyo, ha avuto modo di condividere la sua gioia assieme a tutti coloro che ne hanno seguito le gesta dal cuore della Valle del Belice.
L’inno di Mameli suonato dalla banda del paese, le autorità locali ad accoglierlo, le tanti mani da stringere, regalando un sorriso a tutti i compaesani che lo hanno visto crescere: così Nino Pizzolato ha ricambiato l’affetto di cui è stato circondato appena tornato a Salaparuta, mostrando orgoglioso quella medaglia che qui sentono un po’ anche loro. E poi gli autografi sulle bandiere italiane che hanno addobbato la piazza vestita a festa, le parole del sindaco, Michele Saitta, il quale ha ricordato come il giorno della gara i salitani fossero con lui, riuniti per tifare e spingerlo a superare il momento di difficoltà che ha avuto prima dell’alzata decisiva che gli è valsa il terzo posto.
Una medaglia che vale tanto, tantissimo, quella che Nino Pizzolato porta al collo per l’occasione, soprattutto alla luce di tutti i sacrifici affrontati per seguire il suo sogno sportivo andando via da Salaparuta, seppur qualche rimpianto rimane per non aver potuto lottare fino all’ultimo per la vittoria olimpica: “Ero pronto per vincere, ma è tornato il maledetto mal di schiena, e ho dovuto fare il meglio che potevo”, ha detto infatti il pesista siciliano, prima della conclusione dei festeggiamenti in suo onore, ricordando che “l’emozione più bella è di tornare a casa con una medaglia, nonostante tutto”.
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