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Assolto per infermità mentale lo stalker della pallavolista Jennifer Boldini

Assolto perché incapace di intendere e volere. Con queste motivazioni è stato prosciolto lo stalker che per mesi ha perseguitato la pallavolista Jennifer Boldini, alzatrice della Uyba Volley Busto Arsizio, squadra che milita nel campionato di Serie A1 femminile. Una perizia psichiatrica ha scagionato il quarantunenne varesino che un anno fa aveva iniziato a tempestare la giocatrice con messaggi via social, esprimendo apprezzamenti sportivi e fisici, spingendosi perfino a dichiarazioni d’amore. Il tutto non contraccambiato dall’atleta, ma proprio la mancanza di risposte ha provocato minacce e insulti da parte dell’uomo, che a questo punto è stato denunciato da Jennifer Boldini, supportata dalla società bustocca, che nel 2019 aveva dovuto affrontare un altro caso di stalking, allora nei confronti di Alessia Orro.

Vulnerabilità e impotenza

Adesso è giunta la sentenza riguardo la denuncia fatta da Boldini, sottoponendo comunque l’accusato a un anno di libertà vigilata con obbligo di cure presso un centro psico-sociale. E proprio in seguito alla fine del percorso giudiziario la giocatrice, perseguitata per mesi, ha rotto il silenzio al riguardo, con un post su Instagram: “Essere vittima di stalking non lascia segni visibili, ma incide profondamente sulla percezione di sé e sulla capacità di affrontare la vita con serenità – scrive Jennifer Boldini – Ogni gesto quotidiano, ogni luogo frequentato, era accompagnato da una sensazione costante di vulnerabilità e impotenza”.

Coraggio di parlare

Ma l’importante, in tutti i casi di stalking, è denunciare ciò che si sta vivendo: “Per cercare di proteggermi, inizialmente mi sono chiusa in me stessa, sperando che con il tempo tutto si risolvesse – continua la pallavolista – Ma quel tentativo di difesa si è trasformato in una prigione emotiva, che mi ha fatta sentire ancora più fragile, incidendo non solo sulla mia mente, ma anche sul mio corpo. È stato allora che ho trovato il coraggio di chiedere aiuto. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco persone e istituzioni che mi hanno supportata, ma so che non tutte le vittime possono contare sullo stesso aiuto, o magari non trovano il coraggio di parlare, come è successo a me all’inizio. Concludo oggi un capitolo doloroso, ma spero che questa mia voce possa offrire supporto a chi sta attraversando esperienze simili”.

(foto Uyba Volley Busto Arsizio)

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Redazione