Dal nuoto agonistico al record italiano Master, Facciolà “Una bella soddisfazione mantenersi a questo livello”

di Simone Milioti

Andrea Facciolà, classe 1999, è stato un nuotatore agonista per anni. Inizia a nuotare a 4 anni e il suo allenatore storico è stato Paolo Catania con cui ha iniziato alla Palermo90. Insieme si sono spostati alla Mimmo Ferrito dove Andrea faceva parte di “un gruppo enorme che ha conseguito risultati bellissimi”. Si separano le strade quando dopo la maturità si sposta fuori sede, a Bologna e nuota anche con una squadra di livello la De Akker Team. Si laurea alla triennale in Economia aziendale lì ma ritorna a Palermo nel 2019, prima del Covid e torna ad allenarsi con Valerio Gippetto “con lui ho raggiunto tutti i miei personali”, ricorda con soddisfazione. Fino ai 24 anni, riesce a conciliare allenamenti e laurea magistrale, poi nel 2023 si ritira dal nuoto agonistico. Si laurea la scorsa estate e decide di tornare al suo elemento come Master, “ho sempre avuto una predisposizione per l’acqua, credo da quando andavo con mio papà in barca”.
Recentemente Andrea ha ottenuto il suo primo record italiano, a livello Master, nei 100 farfalla, categoria M25, in 54”60 ai recenti regionali di Paternò. Scorrendo nella pagine dei record delle statistiche del sito della Fin Sicilia ritroviamo il nome Facciolà ancora tante volte sia in vasca corta che in lunga dove detiene ancora il record dei 100 farfalla categoria Ragazzi. Sono decisamente di più i primati ancora imbattuti in vasca corta: 200 stile libero Ragazzi, 100 e 200 farfalla e 200 stile libero Juniores, 100 farfalla Cadetti, 50 e 100 farfalla seniores quest’ultimo col crono di 52”65 poco meno di due secondi dal suo nuovo record italiano Master.
Ad oggi Andrea si sta formando in vari studi di commercialisti per diventarlo lui stesso e studia per ottenere l’abilitazione. Si allena con il gruppo di agonisti di Valerio Gippetto del Tc3 e gareggia con Claudio Di Pace che segue il gruppo master della società palermitana. “Ho ridotto i miei allenamenti come volume e durata” ci spiega, ma passa comunque più di un’ora per quattro giorni a settimana in acqua. Nei suoi programmi futuri ora il campionato italiano Master, a Riccione dal 24 al 29 giugno che sarà anche il suo ultimo evento della stagione. “Ci saranno i mondiali ma quest’anno non ho intenzione di parteciparci, non era in programma” spiega Andrea.

Facciolà nel mondo Master

Andrea Facciolà recentemente a Paternò con il tecnico Claudio Di Pace

Cercando il suo nome compare ancora tante volte nell’elenco dei record regionali, il record italiano però le mancava, partiamo proprio da questo ultimo importante risultato conseguito.
“Penso vadano distinti i record regionali da agonista rispetto a quelli Master. È un percorso che ho iniziato ai primi di settembre, il record italiano ce l’avevo nel mirino e ci ero già andato vicino. Era certamente un obiettivo di questo campionato regionale ed è stata una soddisfazione grande raggiungerlo perché dopo tutti questi anni riuscire a mantenere questo livello, nonostante gli impegni di lavoro, mi ha fatto piacere”.
Lascia il nuoto e ma poi ritorna. Cosa succede nella testa di un nuotatore agonista?
“Fino a 24 anni sono riuscito a conciliare gli allenamenti con lo studio e il resto. Poi però ad una certa età fai i conti con la realtà. Nel caso mio ho allentato per dare più spazio alla carriera lavorativa. Avevo smesso completamente, ma dopo i primi mesi non mi sentivo più me stesso, non mi piaceva e questo mi ha portato a tornare nei Master”.
Cosa le mancava di più?
“Principalmente era uno stile di vita, un sentirmi bene e mi mancava la compagnia dei compagni e lo stimolo delle gare. In questo mondo capisco che si può essere stimolati con obiettivi diversi. Ho dovuto dimezzare carichi di allenamento, sia come volume che come tempistiche. Prima di tornare non mi sentivo a mio agio a non fare nulla, non avendo mai fatto altri sport non sapevo cosa fare. Ho anche provato ad andare in palestra ma non faceva per me”.
Cosa ne pensa del mondo Master?
“È una categoria che ammiro tantissimo, prima di entrarci non la capivo del tutto. Ma non sono mai stato uno di quelli che dice ‘non farò mai nuoto master’, oggi mi rendo conto che la vera difficoltà è riuscire a perseguire la propria passione negli anni in mezzo a impegni di famiglia e di lavoro. Avere la voglia di migliorarsi. Ammiro le persone di settanta e ottant’anni che portano avanti il loro amore per lo sport. Spero che la presenza mia e di Roberto Barcellona porti altri ex agonisti a prendere parte a questo mondo, ha subito il periodo del Covid ma credo che in Sicilia possa tornare a buoni livelli come un tempo e anche migliorare”.

Il passato da agonista e i consigli di Andrea

Il collegamento è sempre il suo ultimo tecnico Valerio Gippetto.
“Valerio ha capito quando ho lasciato che eravamo arrivati, dopo tanti anni di sforzi mi si era spenta la lampadina. È stato sempre disponibile e ogni tanto provava a invogliarmi a tornare, è sempre stato super disponibile e ha capito quando gli ho detto che non volevo più perseguire obiettivi da agonista, essendo stato un Master sapeva cosa significasse”.

Andrea Facciolà con il tecnico Valerio Gippetto

Andrea Facciolà con il tecnico Valerio Gippetto

Tornando al suo passato da agonista è sempre stato un velocista con un propensione negli ultimi anni in vasca corta e ovviamente forte a farfalla e stile libero.
“Negli ultimi anni ho gareggiato di più in corta perché ci veniva a mancare l’allenamento in lunga e ho migliorato le subacquee. Da ragazzino ero più portato per la vasca da 50 metri, non direi quindi di avere una propensione particolare per una delle due. Come specialità di gare mi sono spostato nel tempo sulla velocità ma più 100 metri, non credo di essere un velocista vero da 50 metri, come stili di nuoto confermo sempre tra stile libero e farfalla”.
Ai nuotatori più piccoli che non sono ancora Seniores chiedo qual è il sogno, a lei chiedo invece se li ha realizzati sportivamente parlando.
“Rispetto alle mie aspettative abbiamo tutti un sogno, fin quando si migliora facilmente è tutto bello. Quando arrivi all’età che lo sviluppo termina e tocchi il tuo potenziale scendi un po’ con i piedi per terra. Io comunque non ho mai mollato e lavoravo per migliorare anche il decimo settimana dopo settimana. Gli obiettivi posso ridimensionarsi ma non si deve perdere lo stimolo e bisogna sempre migliorare seguendo la passione e non rincorrere il risultato. Il risultato è la base dell’agonismo e ti aiuta, ma non è tutto”.
Che consiglio si sente di dare ai giovani che affrontano o affronteranno gli stessi momenti che ha vissuto lei?
“Consiglio ai giovani di non vedere lo sport come un obbligo che ad esempio è la scuola. Bisogna allenarsi con piacere, bisogna dare sé stessi perché state investendo del tempo e bisogna crederci sempre. Con l’impegno quotidiano i risultati si raggiungono e i sacrifici vengono ripagati, ma non solo nello sport in ogni aspetto della vita”.
Ha fatto un’esperienza fuori per un breve periodo, per il resto è rimasto in Sicilia. Crede che andare fuori sia la soluzione giusta per migliorarsi sportivamente?
“Sinceramente no, penso che lo stimolo viene da se stessi. Nella mia esperienza a Bologna avevo tutto a disposizione: grandi impianti e una squadra di altro livello. Mi mancava magari altro, come il rapporto stretto con l’allenatore, io sono cresciuto sempre con un rapporto molto di comunicazione con il tecnico, era importante per me avere un costante feedback. A Bologna ho imparato che non sempre si può avere tutto e bisogna valutare ogni singola situazione. Paolo Catania e Valerio Gippetto sono stati i tecnici che mi hanno seguito costantemente, sicuramente è servita l’esperienza fuori anche se non è andata come speravo. In definitiva non credo alla favola che bisogna andare fuori per forza”.