Intervista a Fabiana Rinella, con la lotta libera nel destino ed il sogno oro olimpico nel cassetto

di Cristiano Runza

Intervista alla lottatrice Fabiana Rinella, originaria di Termini Imerese, che a soli 18 anni si è confermata da poco campionessa italiana agli Assoluti di Ostia, nella categoria 57 chilogrammi, figlia di Salvatore Rinella, ex olimpionico con la nazionale azzurra, che è anche il suo allenatore.

Da dove nasce la tua passione per lo sport e per la lotta libera in particolare?

Sin da piccola sono stata sempre appassionata di sport e ne ho praticato anche di diversi tipi dalla danza al tennis, anche se sono un po’ stata obbligata da mia mamma che ha cercato di distorgliemi perché non voleva che facessi lotta. Però un giorno alll’età di 5 anni vedendo mio padre che allenava i ragazzi in palestra mi sono appassionata alla lotta e da allora non ne posso più fare a meno.

Quando hai capito che lo sport avrebbe avuto un ruolo preponderante nella tua vita?

Ho capito che questo sport avrebbe assunto un ruolo principale nella mia vita quando ho iniziato a praticarlo in maniera agonistica, iniziando a fare gare, e vedevo che ne vincevo sempre di più. Da lì ho cominciato ad avere grandi ambizioni come quella di riuscire ad entrare a 17 anni nelle Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro della Polizia di Stato.

Se non avessi fatto lotta libera, quale sport avresti praticato?

Se non praticassi questo sport probabilmente avrei continuato con il tennis, perché ero molto brava. Però a me piacciono quasi tutti gli sport in generale.

Come vedi lo sviluppo del tuo sport in Italia ed in particolare in Sicilia, e quali potrebbero essere le azioni da introdurre per promuoverlo in maniera più attenta ed accurata?

Purtroppo ad oggi la lotta libera non è per niente conosciuta in Italia, viene vista come uno sport rude, ma non è assolutamente così. Nella lotta esistono solo le tecniche e le prese e non è assolutamente uno sport dove ci si può far male. Anzi la lotta è lo sport più completo in assoluto, perché oltre ad aiutarti a formare un bel fisico ti forma come persona, ti fa diventare più determinata, ti fa capire che è necessario fare sacrifici per ottenere dei risultati importanti. Penso che affinché la lotta venga conosciuta ci sia bisogno di sponsorizzarla tantissimo tramite i social, ma anche a volte parlandone in televisione mostrando i risultati ottenuti.

Sei conosciuta ed apprezzata, ciò ti dà soddisfazione? 

Sono contenta per quello che ho fatto, però ancora non è niente infatti non mi ritengo una persona molto conosciuta, almeno per il momento.

Hai un soprannome?

Sì, alcuni dei miei parenti mi chiamano “Caterpillar”, mentre mio padre mi chiama “Macchina da guerra” perché quando sono in gara mi trasformo completamente, non mi riconosce più nessuno.

Raccontaci le tue giornate tipo, i tuoi hobby, cioè parlaci un po’ di te.

Le mie giornate si svolgono seguendo la solite routine. La mattina mi alzo e vado a scuola, a volte faccio anche degli allenamenti mattutini ed entro più tardi a scuola. Dopo la scuola torno a casa, pranzo mi riposo un po’ studio e vado in palestra. La sera quando rientro dall’allenamento mi faccio una doccia, ceno e mi rimetto a studiare. Faccio così praticamente quasi tutti i giorni.

La lotta libera raccontata ai tuoi figli, quando un giorno sarai mamma.

Direi che è uno sport molto duro, che non è uno sport per tutti, che è uno sport in cui bisogna fare sacrifici se si vuole arrivare a raggiungere determinati obiettivi, che si devono fare delle rinunce, però è uno sport che quando raggiungi i traguardi desiderati la soddisfazione non ha prezzo, ti dimentichi di tutto quello che c’è dietro.

Cosa immagini nel tuo futuro?

Le prospettive per il mio futuro le ho ben chiare. Punto a qualificarmi alle Olimpiadi e vincere la medaglia d’oro. Ovviamente prima ci sono molte altre gare che punto a vincere, come Mondiali ed Europei. Non ho alcuna intenzione però di continuare, dopo aver terminato la mia carriera sportiva, nel ruolo di allenatrice. Voglio crearmi una famiglia, e perché no, raggiungere un ruolo importante all’interno della Polizia, ovviamente studiando e laureandomi.