Ieri sul Mûr-de-Bretagne Pogacar ha lanciato il grido di battaglia che ormai tutto conosciamo e ha conquistato vittoria di tappa, maglia gialla e secondi preziosi in classifica. Un’impresa che celebra il campione sloveno nella terra di Bernard Hinault l’ultimo transalpino a vincere un Tour de France (1985). Il valore della diciannovesima vittoria al Tour sta proprio in questi elementi. Jonas Vingegaard ha fatto quel che poteva, seguendo il collega Tadej fino al traguardo, come se fosse la sua ombra in movimento che appunto in quanto ombra è rimasto dietro senza alcuna possibilità, almeno per adesso di vincere.
La tappa di ieri ci offre la storia di Ewen Costiou dell’ Arkéa-B&B andato in fuga con sei compagni d’avventura per tanti chilometri e capace di resta da solo al comando fino sulla prima salita del Mûr-de-Bretagne prima di essere raggiunto e staccato dal.gruppo dei campioni. Costiou non si può ritenere sconfitto, anzi può essere felice per aver ottenuto il premio della combattività.
“Sono felicissimo della vittoria sul.Mur de Bretagne. Ma non tutto è stato perfetto, la caduta di Joao Almeida non ci voleva. Vedremo cosa diranno le prossime ore e soprattutto attendiamo l’esito delle radiografie. Certo, è bellissimo indossare la maglia gialla e vincere la tappa, ma come mi ha detto anche Tim Wellens, è stato un lusso avere Joao così vicino in classifica generale. È stata una buona opportunità anche per lui. È in ottima forma, quindi spero davvero che non si sia rotto nulla e che possa continuare. Io e Mathieu Van der Poel conosciamo entrambi molto bene questo traguardo, con bei ricordi. Volevamo la stessa cosa, vincere su quella salita iconica, ma penso che forse giovedì abbia sprecato troppe energie. Per me, la giornata è andata come previsto. Abbiamo fatto un lavoro straordinario, tutti i compagni di squadra sono stati perfetti. Ieri è stata una giornata calda, super veloce, abbiamo speso molte energie, ma avevamo un piano, lo abbiamo rispettato e abbiamo vinto. Tim mi ha portato in fondo alla salita. E poi Narvaez ha fatto un lavoro superbo nel tenere la situazione sotto controllo fino allo sprint. Posso essere fiducioso per il mio sprint, soprattutto con un compagno di squadra a prepararmi. Gli ultimi due giorni, la Visma ha corso in modo strano. Vediamo il loro approccio nei prossimi giorni. Il fine settimana sarà più facile e poi la decima tappa sarà una giornata davvero dura e sofferta, con temperature elevate e molte salite per tutto il giorno. Ci potrebbero essere dei movimenti, ma vedremo”.
“All’inizio non ero il corridore scelto dalla squadra per la fuga, ma alla fine ho preso l’onda giusta e mi sono ritrovato in un buon gruppo, con Geraint Thomas incluso. Il gruppo non ci ha dato molto margine di manovra ma abbiamo gestito bene lo sforzo e accelerato quando necessario. Una volta in salita, ho dato il massimo e mi sono ritrovato da solo in testa fino alla vetta. Non mi sarebbe potuto succedere di meglio. È stata una salita incredibile, soprattutto davanti alla mia famiglia, alla mia ragazza e ai miei amici. La ricorderò sicuramente per tutta la vita. Ho scalato il Mûr-de-Bretagne qualche anno fa con altri giovani corridori alla partenza della tappa, e ieri l’ho percorso in testa alla corsa! Poi sono caduto in discesa, ma è stato più uno spavento che altro. Credo che ci siano altri che se la passano molto peggio di me. L’inizio del Tour de France ha avuto più che successo per la squadra grazie alla prestazione di Kevin Vauquelin, terzo in classifica generale, che ci sta tirando su tutti quanti.”
“Non direi che la mia prestazione di ieri sia stata deludente, ma mi sarebbe piaciuto avere le gambe più fresche nell’ultimo chilometro, peccato che la gara non sia finita sotto la flamme rouge! L’UAE Team Emirates ha fatto un grande sforzo per preparare la salita e l’attacco di Tadej. Solo io e Jonas siamo riusciti a tenere il suo ritmo, e questo è uno dei tanti aspetti positivi di ieri: essere riuscito a stare con i due migliori scalatori del mondo su una salita molto ripida mi rende orgoglioso. In seguito, una volta entrati nell’ultimo chilometro, sentivo le gambe piene di acido lattico. Ieri ho perso 12”, bonus inclusi, da Tadej, ma non mi importa, perché la prossima settimana i distacchi si misureranno in minuti. Sono contento di come stanno andando le cose. È piuttosto brutto perdere Mattia Cattaneo, perché è la mia guardia del corpo numero uno sia in pianura che in montagna. Ha fatto la scelta giusta ritirandosi dalla corsa, perché era caduto violentemente e aveva un po’ di mal di testa”