Tour25: oggi riposo, domani si sale sui Pirenei

di Valentino Sucato

Giorno di riposo al Tour de France pensando ai Pirenei. Una pausa che servirà all’ intero gruppo per riprendersi dalle fatiche della prima parte della “Grand Boucle”.

Lo spettacolo della prima parte e le cadute

I ritiri di Ganna, Philipsen e Almeida con quelli di Zimmerman, Cattaneo e Haig per citarne solo alcuni, pesano come macigni nell’ economia della corsa che ha vissuto con varie cadute, giornate complicate. Costretti al ritiro gregari di lusso, cronomen e sprinter che dunque mancano all’appello e allo spettacolo. Tuttavia non si può dire che questo Tour non ci abbia fatto divertire, anche oltre le più “gialle” previsioni. Si pensi a Van Der Poel che oltre a scambiarsi giornalmente la maglia di leader della generale con Pogacar, si è inventato anche una vittoria di tappa. Ma soprattutto fughe impensabili che pur non dando all’ olandese le vittorie sperate (vedasi la nona tappa) ne hanno esaltato il coraggio e i mezzi tecnici.

Ben Healy, il volto gioioso del ciclismo

Altro protagonista da tenere in considerazione è Ben Healy. L’irlandese della EF Education-EasyPost oltre a vincere una tappa, la sesta con arrivo a Vire  Normandie, ha scatenato l’inferno, sportivamente parlando, nell’ultima giornata, quella del Massiccio Centrale, prima creando la fuga e poi mantenendola viva fino alla fine. Pur non vincendo sul Mont Dore Puy de Sancy, Healy può essere ugualmente felice per aver conquistato la maglia gialla dopo 38 anni dall’ultimo irlandese (Stephen Roche nel 1987).

Duello Merlier-Milan

Per quanto riguarda la battaglia negli arrivi in volata, al momento è il belga Tim Merlier a comandare con due vittorie battendo sia a Dunkerque che a Châteauroux l’italiano Jonathan Milan che a sua volta si è preso la rivincita a Laval. C’è da ricordare la vittoria di Philipsen che  comunque è stato costretto per una caduta al ritiro dalla corsa. Al momento l’italiano indossa la maglia verde quella del leader della classifica a punti. Ha deluso, al momento l’eritreo Beniam Girmay, mentre l’eredità di Philipsen è stata presa dall’australiano Groven.

I tre tenori canteranno per una maglia gialla

La corsa per la maglia gialla è apparentemente aperta e comunque ristretta a tre/quattro protagonisti, escludendo dal condominio Ben Healy.  L’irlandese ovviamente terrà la maglia gialla fin quando potrà e probabilmente sino alla partenza della tappa n. 12 di giovedì quella arriva sulla cima dell’ impegnativo Hautacam. In quella parte pirenaica del Tour il gruppo potrebbe scremarsi lasciando tutto inalterato nella parte alta della classifica e cioè  i “tre tenori”, Pogacar, Evenepoel e Vingegaard. Il quarto incomodo potrebbe essere l’americano  Jorgenson che però essendo compagno di squadra di Vingegaard potrebbe entrare in scena prepotentemente nella lotta per il podio di Parigi nella malaugurata ipotesi di una crisi, un crollo o un ritiro di Vingegaard.  Resta appesa ad un filo la speranza dei francesi di avere un uomo nel podio finale della maglia gialla. La crisi di ieri sul Massiccio Centrale di Vauquelin ha ridimensionato seppur leggermente le ambizioni del normanno.

Previsioni difficili

Nel ciclismo attuale è difficile fare previsioni a medio termine, quindi l’ipotesi che il podio finale del Giro si possa decidere sulle salite alpine, pur essendo quella più fondata, resta molto aleatoria. Evenepoel ha un minuto netto di ritardo da Pogacar, il più accreditato alla vittoria finale. Il vantaggio dello sloveno sul danese Vingegaard è 1’17” che al momento sembra un abisso ma sappiamo che settantasette secondi rappresentano un’inerzia sulle salite soprattutto in quelle alpine nelle quali una leggera crisi può creare immense voragini.