Altri tre ciclisti travolti e uccisi, “non si può assistere a questa strage continua”

di Redazione

Una nuova tragedia della strada: tre ciclisti amatoriali, tutti membri del gruppo sportivo Ciclo Avis, sono stati travolti e uccisi da un’auto a Terlizzi, in Puglia. I tre uomini, rispettivamente di 30, 50 e 70 anni, stavano pedalando insieme ad altri due compagni, che per un caso fortuito sono riusciti a evitare l’impatto e sono rimasti illesi.

L’auto coinvolta, guidata da un uomo di 32 anni, ha travolto violentemente i ciclisti, finendo poi la propria corsa contro il guardrail. Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento. Il conducente, che ha chiamato i soccorsi subito dopo l’impatto, è rimasto ferito e trasportato in codice rosso al Policlinico di Bari. La Procura di Trani ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale plurimo, iscrivendo il conducente nel registro degli indagati.

Questa tragedia ha ulteriormente aggravato il già drammatico bilancio delle vittime tra i ciclisti sulle strade italiane. Secondo i dati dell’Asaps (Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale), con i tre decessi di Terlizzi, il numero totale dei ciclisti morti nel 2025 ha raggiunto quota 130. Di questi, 119 erano uomini e 11 donne. Particolarmente colpiti sono i ciclisti anziani: ben 61 delle vittime avevano più di 65 anni, quasi la metà del totale. Inoltre, 12 incidenti sono stati causati da pirati della strada.

Ecco le parole del presidente di Federciclismo, Cordiano Dagnoni, sulla tragedia di Terlizzi: “La Federazione è consapevole che con la sicurezza sulle strade e in gara si gioca una parte importante del futuro dell’attività sportiva e non intende pertanto continuare ad assistere inerme ad una strage quotidiana”.

La Federciclismo ad aprile ha istituito un gruppo di lavoro sulla sicurezza – continua Dagoni – che in pochi mesi ha elaborato una serie di proposte che è nostra ferma intenzione presentare, a settembre in occasione della ripresa dei lavori parlamentari, a tutte le forze politiche nella speranza che possano essere accolte. Su questo argomento credo che non ci debbano essere divisioni ideologiche e procedere speditamente verso interventi sia in ambito legislativo che di formazione, per aumentare quella cultura del rispetto, in strada, che è alla base del vivere civile e di una maggiore sicurezza per tutti”.

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