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Volley, le ItalGirls sul tetto del mondo: più forti di tutto anche del destino

Dopo l’oro olimpico a Parigi e due VNL consecutive, la Nazionale femminile di Julio Velasco scrive un’altra pagina leggendaria della pallavolo italiana: è campione del mondo, 23 anni dopo l’ultima volta. A Bangkok, contro la Turchia di Daniele Santarelli, le Azzurrissime superano ostacoli, infortuni e cadute per rialzarsi più forti di prima. Un trionfo umano e sportivo che racconta di resilienza, cuore e identità. Ultima gara in maglia Azzurra per Moki De Gennaro. La capitana Anna Danesi: “Portiamo in campo la forza di rialzarsi sempre”

PALERMO – Due VNL (2024, 2025), l’Oro Olimpico a Parigi 2024. Già questo sarebbe bastato a scrivere la storia dello sport italiano, della pallavolo tricolore. Ma quattordici giovani donne non si sono accontentate perché non sarebbe potuto bastare quando conosci il tuo valore umano, caratteriale, il tuo bagaglio personale. E allora lo hanno fatto ancora.

Le ItalGirls di Julio Velasco, in una straordinaria gara di sofferenza, brutte cadute e prepotenti risalite, hanno conquistato il titolo mondiale, superando nella finalissima di Bangkok, la Turchia guidata in panchina dall’italiano Daniele Santarelli. 25-23, 13-25, 26-2419-25, 15-8, questi i numeri che contano nell’andamento dei set e che hanno riportato l’Italia sul tetto del mondo dopo 23 anni. Si tratta del secondo titolo iridato, dopo quello conquistato nel 2002.

Non tutto per il verso giusto, eppure…

Una vittoria dal sapore diverso da quello delle due VNL e dell’Olimpiade di Parigi 2024, perché – questa volta – non tutto sembrava essersi messo per il verso giusto.

Intanto, il nuovo infortunio ad Alice Degradi, nell’ultimo atto della manifestazione annuale della Volleyball Nations League, vinta dalle azzurre contro il Brasile il 27 luglio scorso a Lodz. Ma già alla vigilia della partenza per Parigi, nella scorsa estate, le ItalGirls avevano dovuto rinunciare alla forte atleta lombarda, sostituita brillantemente da Loveth Omoruyi.

Poi, tutta una serie di piccoli quanto fastidiosi ostacoli, sempre brillantemente fronteggiati. Ultimi, in ordine temporale, i problemi alla cavaglia per Sarah Fahr e Alessia Orro, nel pre-gara della semifinale contro il Brasile.

Andare oltre, sempre: le Azzurrissime lo hanno fatto

Eppure, le Azzurre, anzi Azzurrissime, sono andate oltre, domando le Sudamericane di Zé Roberto al tie-break, dopo essere state sotto 1-2 nel computo dei set, dimostrandosi più forti di tutto, anche degli eventi che sembravano volersi orientare in altra direzione. E quella gara, ostica e quanto ostica, Orro e Fahr l’hanno giocata, come sempre, stringendo i denti e prendendosi con le compagne la desiderata e sudata finalissima.

Contro le turche ancora qualcosa da sistemare, non tutto propriamente liscio come, invece, contro gli USA nel match di Parigi per l’Oro olimpico. Primo set vinto con fatica, un terzo ai vantaggi, secondo e quarto andati alle avversarie, micidiali al centro, imprendibili con Vargas, ingiocabile nel terminare l’azione o nell’aprirla al servizio.

Velasco ha toccato le corde giuste

Ma Julio Velasco ha saputo toccare le corde giuste delle singole, assemblandole in un meraviglioso strumento che è riuscito sempre a proporre una musica irresistibile, anche nei momenti difficili. Anzi, proprio nelle situazioni più complicate e quando ormai sembrava che tutto potesse volgere al peggio, è riuscito a far tirar fuori le energie mentali e fisiche migliori. Perché le ItalGirls hanno dimostrato di essere le più forti perché lo sono veramente, dentro, lì dove il tecnico argentino, insieme al suo staff, ha primo intravisto i valori a tutto tondo delle persone, poi li ha portati a galla, facendone prendere consapevolezza; infine, li ha trasformati in auree evidenti e disarmanti per le avversarie oltre-rete.

Il titolo mondiale: il più bello di tutti

Ecco perché questo titolo mondiale è il più bello di tutti; perché vinto attraverso ogni singolo aspetto di spessore di ciascuno e, stavolta, nelle difficoltà oggettive di un torneo complicato e di altissimo livello – giusto rendere merito alla bravura delle altre nazionali – ma anche in mezzo a quelle che la sorte ha provato a gettare sulla strada delle ItalGirls come ostacoli di percorso.

Muri piazzati in campo e “buttati giù” fuori

La serie finale di muri sugli attacchi di una Turchia confusa, dopo aver recitato a tratti la parte del leone, e le dichiarazioni post-gara di una visibilmente commossa Anna Danesi, la capitana, sono corona sul capo di queste campionesse. Perché sì, Anna, la capitana, ha saputo imprimere ancor più valore a questo titolo, con le sue lacrime di riflessione – non di gioia – e le sue parole piene: “Sapere che una famiglia si ferma per vederci giocare, questo vogliamo trasmettere: la resilienza, la capacità di affrontare sempre ogni ostacolo, anche quando tutto sembra mettersi male”.

Null’altro da dire, sono davvero campionesse e lo sono dentro.

Tra i premi individuali: MVP Alessia Orro (e migliore palleggiatrice), Anna Danesi miglior centrale, Monica De Gennaro miglior libero (ultima gara in Nazionale per la pluridecorata atleta di Piano di Sorrento).

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Published by
Domenico Abbriano