Danza e disciplina, l’intervista a Renata Bardazzi
Personaggi22 Settembre 2025 - 15:55
Oggi si vola in Brasile, dove ci aspetta Renata Bardazzi, ballerina di origini italiane innamorata del nostro Paese, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per la sua “particolarità”. Renata, attraverso la danza interpreta sentimenti e ogni suo passo esprime forti emozioni.
Da dove nasce la tua passione per la danza?
“La mia passione per la danza è nata molto presto, quando mia nonna materna mi faceva addormentare con la musica classica. A poco a poco ho creato un legame profondo con le note e con l’atmosfera che quella musica suscitava in me. A soli cinque anni ho iniziato le mie prime lezioni di balletto in una scuola regolare. In quel momento, chi mi insegnava i primi passi si accorse subito che avevo talento e incoraggiò mia madre a iscrivermi in una scuola più specializzata, dove avrei potuto davvero esplorare tutto ciò che la danza classica poteva offrirmi”.
Quando hai capito che la danza avrebbe avuto un ruolo preponderante nella tua vita?
“Man mano che studiavo e mi esercitavo, capii che davvero non mi vedevo a fare nient’altro. A 13 anni decisi allora che avrei voluto diventare una ballerina professionista, orientando così la mia vita, con tutta la mia attenzione, disciplina e concentrazione rivolte a questo obiettivo”.
Se non avessi fatto danza cosa avresti fatto?
“Credo che, se non mi fossi specializzata nella danza e avessi dovuto scegliere un altro sport, questo sarebbe stata la ginnastica artistica. Ho una vera ammirazione per questa disciplina. Penso che crei un livello di sfida, di disciplina e anche di costanza negli allenamenti che mi attirerebbe molto.”
Sei conosciutissima ed apprezzata ovunque, dicono che le tue interpretazioni sono mozzafiato perché colme di eleganza e sono esempio per tantissime altre ballerine, questo ti porta soddisfazione?
“Sì, sono molto felice di poter essere oggi un’ispirazione per tanti giovani ballerini e anche per coloro che, pur avendo studiato danza classica da adolescenti o da bambini, hanno dovuto interrompere a causa di altre carriere. Per me è una grandissima realizzazione, perché diventare un ballerino professionista è molto difficile, soprattutto affermarsi come ballerino di riferimento. Ho affrontato opportunità molto impegnative, sono partita da una realtà molto difficile e arrivare dove sono arrivata non è stato affatto facile”.
Come spieghi questo apprezzamento anche fuori dal Brasile, Italia compresa?
“Credo che i social network mi abbiano aiutato a raggiungere anche persone al di fuori del mio paese. Essere apprezzata in Italia per me è un grandissimo orgoglio. È un paese che amo molto, inoltre ho origini italiane. Il mio cognome, Bardazzi, è italiano. Ed è un paese in cui vorrei davvero trascorrere molto tempo”.
Cosa dici alle nuove generazioni e alle famiglie che vorrebbero far fare danze ai propri figli.
“Il mio consiglio ai giovani ballerini che hanno scelto di studiare danza e che provano passione per quest’arte è: non chiudete la mente. La danza può aprirvi molte porte e offrire infinite opportunità. Non è necessario diventare per forza un ballerino professionista di compagnia per realizzarvi e godere di tutto ciò che essa può offrire”.
A proposito, è risaputo che grazie alle tue tante qualità che abbiamo un po’ elencato, anche il mondo dello spettacolo e non solo si è avvicinato a te, vuoi anticiparci qualcosa?
“Credo che questo interesse nasca dal fatto che un ballerino professionista sia considerato anche un atleta. Non esegue semplicemente dei movimenti, ma imprime potenza in ognuno di essi. Per raggiungere questa potenza sono necessarie disciplina, dedizione e costanza. Questo ci distingue da chi non riesce a gestire le difficoltà — persone che abbandonano a metà strada o che non credono in sé stesse. Un ballerino, se vuole arrivare lontano, deve credere in sé, superare le proprie barriere, saper aggiungere valore in mezzo a tutto ciò. Credo che sia proprio questa capacità ad attirare l’attenzione: quella di renderci, davvero, persone potenti”.
Allora non è da escludere che a breve potresti fare il tuo ingresso nel mondo della televisione o del Cinema, magari iniziando con un programma proprio sulla danza?
“Sì, mi piacerebbe moltissimo avere un programma televisivo, anche perché mi piace molto comunicare davanti alle telecamere. All’inizio della pandemia ho sviluppato questa abilità e mi ci identifico molto. Credo che sarebbe davvero speciale poter portare la danza in un canale a cui le persone abbiano veramente tanto accesso. Ho davvero tanta voglia che questo accada”
Gli sportivi ed i ballerini sono sempre vanitosi, almeno si dice, anche per te è così?
“Sì, mi sento molto vanitosa, anche perché ho sempre lavorato nel settore dell’estetica. La danza aggiunge un’estetica attraverso il movimento. Inoltre, sono anche bilancia, e credo che questo contribuisca alla vanità. Mi piace sempre essere ben vestita e avere cura dell’alimentazione e degli allenamenti sempre aggiornati. Questo mi fa credere di più in me stessa e mi aiuta a mantenere ancora più costanza in ciò che mi propongo di fare. Il punto che mi piace di più in me stessa e che mi aiuta in questa questione della vanità è la disciplina. Senza disciplina, nessuno arriva da nessuna parte. E anche se hai già qualche punto a tuo favore, se non viene curato attraverso la disciplina, col passare del tempo lo perdi. Quindi, secondo la mia visione, la disciplina è la base di tutte le cose”.
Cosa immagini nel tuo futuro?
“Mi immagino impegnata in un’attività legata alla danza, dove il mio corpo non debba più sostenere una prestazione atletica di otto ore al giorno. Mi vedo a creare collezioni e abiti, a offrire corsi, mentorship e conferenze, e ad aiutare i giovani talenti a raggiungere la loro migliore versione, e come ho detto prima, mi vedo nel mondo della tv”.