Fare ciclismo in Italia costerà di più, perchè sono aumentati i costi di affiliazioni e tesseramenti

di Fabio Bologna

Anno nuovo tariffe nuove, il prossimo anno fare ciclismo in Italia costerà di più. Dopo diversi anni in cui i costi di affiliazione e di tesseramento erano rimasti invariati, anzi l’affiliazione scontata del 50% subito dopo l’emergenza Covid, la Federazione ciclistica Italiana ha ritoccato al rialzo tutte le voci relative alla stagione 2026. La quota assicurativa la causa di tutto.

Affiliazione raddoppiata

Per affiliarsi si passerà dai 150 euro del 2025 ai 300 euro. In realtà questo era il costo del periodo pre Covid, che la Federazione aveva dimezzato per andare incontro alle esigenze e ristrettezze economiche delle società dopo quasi due anni di stop. Quindi bene ma non benissimo potremmo dire, perchè anche se sono passati già da tre anni da quando il movimento ciclistico, soprattutto amatoriale, ha ripreso le attività in modo intenso e con calendari molto fitti (forse anche troppo), nel frattempo è però cambiato il contesto economico, che vede il settore in crisi di affezionati al pedale e di partecipanti alle gare. Rimane di 150 euro il costo di affiliazione per le nuove società che scelgono di pedalare sotto egida di mamma FCI.

Aumentato il costo di tesseramento

Che tu sia socio o corridore il prezzo aumenta in entrambi i casi. I costi sono aumentati mediamente di 10 euro e così per i membri del direttivo e dei soci si passerà da 15 a 25 euro, per le attività promozionali da 15 a 25 euro, i giovanissimi da 25 a 35 euro e gli agonisti, da esordienti ad allievi passeranno da 30 a 40 euro mentre gli juniores da 40 a 50.  Sarà invece di 15 euro l’aumento per U23 ed Elite senza contratto che passeranno da 45 a 60 Euro. Batosta per gli Elite Pro che pagheranno il doppio passando da 250 a 500 euro. Anche gli amatori ed i cicloturisti, se pur di poco, hanno avuto ritoccato il valore delle gare e delle loro passeggiate. I Master e Women pagheranno 5 euro in più passando dai 45 euro attuali a 50.

Gli incidenti la causa di tutto

Non è stato nè un capriccio e neanche un modo di fare cassa. L’aumento deliberato da FCI nasce dai maggiori costi legati alla quota assicurativa. Le oltre 160 vittime del 2025 per incidenti stradali hanno prodotto il ritiro delle convenzioni da parte di diverse società assicurative e quelle che hanno deciso di rinnovare la fiducia alla Federazione, hanno però variato i prezzi al rialzo. Tutti gli incidenti e decessi hanno comportato l’esborso di diversi milioni di euro da parte degli Istituti e così, come succede per l’RCA Auto, tutto questo si ripercuote su un movimento, che però soffre e non poco una crisi economica di tutto il comparto.