Personaggi

Intervista a Francesca Branchina, paracadutista acrobatica della Nazionale Italiana

Oggi nella nostra rubrica letteralmente si vola! Vi presentiamo una atleta “adrenalinica”. Sì perché Francesca Branchina, Acese DOC, è abituata a convivere con emozioni energiche e vigorose che il suo sport è solito trasmettere. E’ una della paracadutiste più conosciute ed apprezzate d’Italia. Il suo aspetto gentile e garbato trae in inganno perché quando la paracadutista siciliana “sale in quota” dimostra di avere un animo temerario e ardimentoso! Ma adesso conosciamola più da vicino.

Da dove nasce la tua passione per lo sport e per il paracadutismo in particolare?

“Più di una passione, forse ossessione o forse semplicemente è il richiamo alla mia essenza. Volare è un privilegio ed un dono di cui sono infinitamente grata. Ho sempre praticato attività sportive outdoor perché amo il contatto con gli elementi primari (terra, acqua, aria, fuoco), mi ricordano costantemente che noi in quanto esseri umani siamo parte integrante di questo pianeta e dell’universo. Praticare questo tipo di attività mi ha insegnato disciplina (senza accurate procedure e conoscenze dei materiali tecnici non sarebbe possibile svolgerle in sicurezza) e
consapevolezza di me stessa”

Quando hai capito che lo sport avrebbe avuto un ruolo preponderante nella Tua vita?

“Lo sport ha cambiato il modo in cui percepisco la vita, quando per la prima volta nel 2014 ho effettuato il mio primo lancio di paracadutismo, il motore dell’aereo ruggiva, guardavo giù verso il mondo che sembrava lontanissimo a migliaia di metri di altezza ed il cuore batteva forte. Era un momento di incertezza assoluta. Non sapevo cosa sarebbe accaduto quando avrei staccato i piedi da quell’aereo perfettamente funzionante ma in quel preciso istante, qualcosa dentro di me si è fatta strada. Un salto che ha segnato un cambiamento definitivo. Quando voli, all’improvviso, tutto il resto svanisce. Non c’è più la paura ma solo la consapevolezza del momento presente e quando siamo presenti nel qui e ora, possiamo sentirci veramente connessi con noi stessi. Non stiamo cercando di essere qualcosa o qualcun altro. Semplicemente, siamo”.

Se non avessi fatto paracadutismo quale altro sport avresti praticato?

“Sicuramente avrei continuato con altre attività outdoor come l’arrampicata su roccia, la subacquea ed il trekking. Attività che cerco comunque di portare avanti ma solo come diversivi nel tempo libero”.

Come vedi lo sviluppo del paracadutismo in Italia ed in particolare in Sicilia

“In italia il paracadutismo sportivo è una disciplina abbastanza giovane ed in generale la storia del paracadutismo civile internazionale è abbastanza recente basti pensare che fino agli anni 50 era considerata esclusivamente una disciplina bellica. Dal 1984 in Italia cominciarono ad apparire le prime scuole di paracadutismo sportivo, da allora le tecniche di volo umano e le tecnologie dei materiali impiegati, hanno subito una fulminea evoluzione. L’avvento dei simulatori di volo (indoor skydiving) ha contribuito alla sicurezza e all’accessibilità dell’esperienza di volo, diventando uno strumento di addestramento e promozione prezioso per lo sport consentendo a chiunque(a partire dai 4 anni) di provare l’esperienza del paracadutismo in modo sicuro e facilitando l’addestramento degli atleti. In Sicilia è molto diffusa la cultura del volo, abbiamo la presenza di alcune scuole di paracadutismo sportivo e spero un domani possano essere teatro di future competizioni italiane ed internazionali per poter dare risalto alla nostra regione e alla disciplina del volo. Credo che la miglior strategia di promozione sia attraverso canali ufficiali che possano divulgarne la bellezza e la capacità di allenare non solo il corpo ma la mente in una costante presenza e focus, maggiori supporti finanziari da parte delle Federazioni sportive e collaborazioni con enti Istituzionali”.

So che ti alleni in campi di tutta Europa, immagino che fai tanti sacrifici.

“I miei allenamenti sono stagionali nel periodo autunnale ed invernale mi concentro principalmente sugli allenamenti indoor all’interno dei simulatori di volo. Per fare questo mi sposto spesso in nord Europa tra Belgio, Polonia, Norvegia, Finlandia e Svezia. Nel periodo primaverile ed estivo invece pratico regolarmente l’attività di paracadutismo in Italia. I sacrifici sono tanti, finanziari, fisici e mentali ma quando volo, tutto il resto sparisce ed è come tornare a me, il mio posto nel mondo”.

Nel paracadutismo ci sono diversi stili, ci spieghi un po’ le differenze?

“Le principali discipline del paracadutismo sportivo includono le specialità classiche di Stile e Precisione in atterraggio, le discipline artistiche di Freefly e Freestyle (coreografia dinamica e personale). Nel freefly, i paracadutisti volano in tutte le posizioni possibili durante la caduta libera. Una squadra di gara di freefly è composta da due atleti e da un video flyer che li riprende. Nella gara di freestyle, un singolo atleta vola una coreografia dinamica. L’interazione tra i performer e il video flyer è fondamentale. Discipline a squadre come il Relative Work e il Vertical Relative Work (VFS), si svolgono in squadre di quattro o otto persone. Ai fini della gara vengono estratte sequenze di posizioni che dovranno essere eseguite con la massima frequenza e precisione possibile entro il tempo stabilito. Il Canopy Piloting (atterraggi con lunghe planate) utilizzando delle vele molto performanti. Speed Skydiving (disciplina di velocità) dove l’obiettivo é raggiungere la massima velocità possibile in caduta libera (Record attuale 539km/h). Wingsuit (tuta alare) è una tuta con superfici tra le gambe e tra il corpo e le braccia. Queste  sono utilizzate per convertire la velocità di caduta libera verticale in un movimento di planata orizzontale. Di conseguenza, il tempo di caduta libera può essere notevolmente prolungato e si possono coprire distanze di diversi chilometri”.

Ci parli del tuo stile e della tua carriera agonistica?

“Dopo anni di allenamento e di lavoro come istruttrice di paracadutismo indoor, ho iniziato la mia carriera agonistica nel 2024 partecipando a diverse competizioni internazionali di rilevante importanza nell’ambito dell’indoor skydiving come il Polish Open, i WindGames (Spagna) e il Belgian Open. Nell’ Aprile 2025 sono stata convocata dall’ Aeroclub di Italia per rappresentare la nostra nazione ai Campionati Mondiali che si sono svolti a Charleroi, Belgio. La disciplina nella quale ho gareggiato è il Freestyle che consiste nell’eseguire una coreografia artistica, che può includere movimenti ispirati alla danza e alla ginnastica come capriole, spin e acrobazie a tempo di musica. Salire sul palcoscenico internazionale é stata una grande emozione, competere con gli idoli che mi hanno ispirata e poter condividere con loro nuove conoscenze tecniche mi ha rinforzata sul piano umano e sportivo”.

Sei conosciuta ed apprezzata, soddisfazione?

“ Sono consapevole del percorso di crescita personale e professionale che ho intrapreso negli ultimi anni e so che dovrò continuare a lavorare costantemente per poter svolgere in massima sicurezza questa disciplina. Volare è una grande maestra che doma il proprio ego. La soddisfazione più grande deriva dal supporto della mia famiglia”.

Raccontaci le tue giornate tipo, parlaci un po’ di te

“Le mie giornate sono molto frenetiche, esco da casa presto al mattino per recarmi a lavoro, sono una docente di Grafica Pubblicitaria all’Istituto Don Milani di Meda, scuola secondaria di secondo grado. Dopo le ore di lezione mi dirigo al simulatore di indoor skydiving di Milano dove alleno i miei allievi di volo. Durante il weekend invece spendo le giornate in Aeroclub Vzone, scuola di paracadutismo di Vercelli dove continuo a seguire gli allenamenti degli allievi in outdoor.”

Quindi sei un insegnante a scuola ed un insegnante di paracadutismo, raccontaci i diversi approcci con i tuoi studenti e allievi

“Nella mia carriera lavorativa ho avuto la possibilità di interfacciarmi con persone molto diverse tra loro per ceto, età, professione. Ho addestrato le forze speciali italiane e ho fatto volare bambini dai 4 anni, atleti con disabilità e ultra ottantenni. A scuola accolgo studenti dai 13 ai 18 anni, diverse etnie, diversi background che hanno riempito il mio bagaglio culturale ed umano e che cerco di arricchire a loro volta portando qualcosa del mio percorso formativo. Applicare metodologie di educazione sportiva anche a scuola (learning by doing, lavori di gruppo, comunicazione efficace, lezioni non frontali ma sempre partecipative, debate) ha sicuramente facilitato l’approccio con i miei studenti riuscendo a lavorare in un contesto educativo pro attivo”.

Cosa immagini nel tuo futuro?

“Continuare a percorre questo sentiero che con sacrificio e costanza ho costruito, continuare ad insegnare e trasmettere la passione del volo per contribuire alla crescita del paracadutismo Italiano”.

Per concludere, possiamo affermare che sei proprio una ragazza con la testa per aria!?

“Con la testa e con il cuore! Ringrazio te Cristiano e ringrazio la redazione Sport Web Sicilia per l’occasione di divulgazione sportiva datami”.

Share
Published by
Cristiano Runza