Sirya Gugliandolo, la Thai Boxer dall’aspetto “acqua e sapone”
Altri sport17 Ottobre 2025 - 10:02
Oggi si torna sul ring, dopo Vissia Trovato, una delle pugili più apprezzate nello scenario internazionale, conosciuta nei mesi scorsi, incontriamo una giovanissima e promettente Thai Boxer. Aspetto “acqua e sapone”, ma come si sa l’apparenza inganna, perché Sirya Gugliandolo sul ring sa bene come ci si muove e sicuramente, più avanti, sentiremo parlare di lei.
Sirya da dove nasce la tua passione per lo sport e per la Muay Thai in particolare?
La mia passione per la muay thai è nata per puro caso. Mi sono avvicinata spinta soltanto dalla curiosità, senza alcuna convinzione che potesse fare per me. Non ero convinta, non sapevo nemmeno se fosse una disciplina che potesse fare per me, pensavo fosse troppo lontana da quello che ero. E invece, fin dal primo allenamento, ho sentito una forza che mi riempiva dentro, in quel momento, mi sono accorta che non ne avrei più potuto fare a meno. È come se avessi trovato un posto che non sapevo mi appartenesse ma che mi stesse aspettando. Quella che era iniziata come una prova, quasi una sfida con me stessa, è diventata in breve tempo parte di chi sono, qualcosa che mi completa e che mi dà un’energia speciale ogni volta che salgo sul tatami.
Quando hai capito che lo sport avrebbe avuto un ruolo preponderante nella tua vita?
L’ho capito quando ho iniziato a vedere che i cambiamenti non erano soltanto fisici, ma soprattutto caratteriali. Ero una ragazza timida e sempre con mille dubbi su me stessa. Con la muay thai tutto questo è cambiato: mi ha reso determinata, più forte, più consapevole delle mie capacità. È come se avessi tirato fuori un lato di me che non sapevo esistesse, la versione migliore di me stessa. Ho imparato a non farmi abbattere dalle difficoltà, a farmi scivolare addosso le cose che prima mi pesavano. Sul tatami divento un’altra persona, tiro fuori coraggio, grinta e sicurezza. È diventata quasi una dipendenza: più mi alleno, più sto bene.
Se non avessi fatto Muay Thai, quale sport avresti praticato?
Probabilmente mi sarei dedicata alla sala pesi, mi piace molto l’idea di allenarmi, di prendermi cura del mio corpo e della mia forza. Ma la verità è che nessun altro sport mi avrebbe dato quello che la muay thai mi offre ogni giorno: Nessuno mi avrebbe regalato la stessa crescita personale, la stessa adrenalina e la forza di superare i miei limiti.
Come vedi lo sviluppo della Muay Thai in Italia e quali potrebbero essere le azioni da introdurre per promuoverla?
La muay thai in Italia sta crescendo e questo mi rende felicissima. Sempre più persone la scoprono e si lasciano conquistare dalla sua bellezza. È uno sport che affascina perché è completo: ti allena fisicamente, ma soprattutto ti educa mentalmente. Ti insegna rispetto, disciplina, resilienza. Il modo migliore per promuoverla è continuare a organizzare eventi, farla conoscere nelle scuole, avvicinare i giovani e le famiglie facendo vedere cosa succede davvero in una palestra di muay thai: non è violenza, ma passione e crescita personale, è solo vedendola da vicino che ci si accorge di quanto possa essere speciale.
Sei conosciuta ed apprezzata, soddisfazione?
Io sono ancora all’inizio del mio percorso, e ho tanta strada da fare. Però non nascondo che è bellissimo quando l’impegno e i sacrifici che faccio ogni giorno vengono riconosciuti. Per me la soddisfazione più grande è sapere che ciò che sto costruendo e l’impegno che ci metto venga percepito anche dagli altri.
Raccontaci le tue giornate tipo, i tuoi hobby, cioè parlaci un po’ di te.
Da poco la mie giornate sono cambiate perché ho iniziato l’università di Scienze Biologiche. È un percorso nuovo, impegnativo, ma che sto affrontando con entusiasmo e che si intreccia benissimo con il mio percorso da atleta. Le mie giornate si dividono tra studio e allenamenti, e anche quando sono stanca andare ad allenamento è la mia valvola di sfogo, il mio equilibrio. Fuori dalla palestra sono una ragazza che ama viaggiare, divertirmi con gli amici, passare del tempo con persone davvero importanti per me e scoprire nuove cose. Credo inoltre che l’alimentazione sia un tassello fondamentale per rendere al meglio ad allenamento e mi piace creare piatti sani che mi facciano stare bene. Non a caso il mio obiettivo è quello di proseguire con la magistrale in Scienze dell’Alimentazione e diventare nutrizionista, unendo così le mie due passioni: sport e nutrizione.
Competeresti con atlete che provengono da altri sport?
Sì, senza alcun dubbio. Io credo che ogni confronto sia un’occasione per crescere e migliorarsi. Non ho paura di mettermi in gioco, anzi. Combattere mi ha insegnato a trasformare l’ansia e la paura in energia positiva e a gestire le emozioni. Ogni match, ogni avversario diverso, è una lezione che ti porti dentro. E più affronti queste sfide, più impari a gestire tutto: dentro e fuori dal ring. Sono convinta che il confronto con atleti che provengono da discipline diverse e con un bagaglio tecnico differente è sempre stimolante. Mi piacerebbe ad esempio mettermi alla prova anche con percorsi di allenamento funzionale e crossfit che credo possano integrarsi bene con la mia preparazione
La Muay Thai raccontata alle generazioni future.
Se dovessi raccontarla ai più giovani, direi che le arti marziali non sono quello che molti immaginano. Non è solo colpire e difendersi, è imparare a rispettare sé stessi e gli altri. È imparare a conoscersi e a superarsi. È cadere e rialzarsi. I ragazzi che lo praticano non diventano più violenti, diventano più sicuri e più determinati. Ti insegna a gestire la tensione, a credere in te stesso, a rispettare l’avversario. È una scuola di vita che ti accompagna anche fuori dal tatami.
Cosa immagini nel tuo futuro?
Mi immagino ancora con i guantoni, perché la muay thai sarà sempre parte di me, un tassello della mia vita che non mancherà mai. E allo stesso tempo mi vedo laureata, realizzata nel campo della nutrizione, pronta ad aiutare altre persone a stare bene e a dare il meglio di sé. Il mio sogno è questo: crescere come atleta e come donna, con la stessa determinazione che porto sul tatami.