Melissa Mazzatinta, “Sport è missione, non solo passione”
Personaggi25 Ottobre 2025 - 15:06
Nel mondo dello sport la passione è solo il punto di partenza. Per trasformarla in una vera professione serve competenza, dedizione ed una visione chiara. Ne parliamo oggi con Melissa Mazzatinta, responsabile Formazione Sportiva Italiana e Personal Trainer.
Dalle Origini Viscerali alla Filosofia di Vita: La Passione per lo Sport
Ciao Melissa, da dove nasce la tua passione per lo sport?
“La mia passione per lo sport nasce molto presto, quando ancora non sapevo darle un nome, ma già ne percepivo il potere. Fin dall’infanzia, il movimento è stato per me qualcosa di istintivo, naturale, quasi viscerale. Non era solo un’attività ricreativa, ma una vera e propria forma di espressione personale, un modo per comunicare emozioni e liberare energia. Il primo grande amore è stato il nuoto. L’acqua è diventata il mio primo spazio di libertà e concentrazione, un ambiente dove imparavo, giorno dopo giorno, il valore della disciplina, della pazienza e della tecnica. Ho nuotato per oltre vent’anni, attraversando tutte le fasi della crescita, e ogni vasca percorsa ha lasciato un segno dentro di me. Il nuoto mi ha insegnato la resistenza mentale, l’importanza del ritmo, del respiro controllato, dell’equilibrio tra corpo e mente.
In parallelo, mi sono avvicinata anche alla ginnastica artistica, una disciplina che, per sua natura, richiede rigore, precisione e piena consapevolezza del proprio corpo. È stato attraverso quei movimenti controllati, quei gesti millimetrici, che ho iniziato a comprendere quanto il corpo possa essere uno strumento raffinato, potente e intelligente, capace di raccontare molto di più delle parole. Col passare degli anni e con la fine del mio percorso scolastico, ho sentito il bisogno di esplorare nuove dimensioni del movimento. È così che mi sono avvicinata al mondo del fitness e della sala pesi, trovando lì un’altra forma di espressione: più tecnica, più strutturata, ma altrettanto coinvolgente. L’allenamento con i pesi mi ha aperto a una nuova visione del corpo, più funzionale, più concreta, più vicina anche a quella che oggi è la mia realtà professionale.
Eppure, non ho mai davvero lasciato l’acqua. Ancora oggi, ogni volta che posso, torno in piscina. Per me è un luogo quasi terapeutico, dove ogni pensiero si alleggerisce e il movimento si fa puro. In acqua ritrovo equilibrio, ascolto, connessione con me stessa. Questa passione, nata spontaneamente e cresciuta nel tempo, si è trasformata in qualcosa di più: una filosofia di vita, un modo di essere, una missione. Lo sport mi ha accompagnata in ogni fase della crescita, mi ha forgiata, educata e spronata ad andare oltre.
Ed è proprio da qui che nasce il desiderio di trasmettere ciò che ho imparato, di restituire attraverso la formazione ciò che lo sport ha donato a me. Oggi, formare nuovi professionisti non è solo un mestiere, ma la naturale prosecuzione di un percorso personale. Condividere competenze, accompagnare le persone nella costruzione della propria carriera sportiva, vederle trasformarsi e crescere, è il modo più autentico che ho per onorare la mia storia, e allo stesso tempo costruire, insieme a loro, quella del futuro”.
Quando hai capito che lo sport avrebbe avuto un ruolo centrale nella tua vita?
“L’ho capito quando ho sentito che la mia passione poteva diventare qualcosa di più. Non era solo una questione di benessere personale, ma una vera e propria missione: aiutare gli altri a ritrovare il proprio equilibrio fisico e mentale. Accompagnare le persone nel loro percorso di cambiamento è diventato il mio obiettivo. Ho scelto di mettere le mie competenze a servizio degli altri, con empatia, professionalità e metodo. Oggi, ogni giorno, vivo questa responsabilità con grande orgoglio”.

Sviluppo dello Sport in Italia e in Sicilia: L’Importanza dell’Educazione Motoria
Come vedi lo sviluppo dello sport, nel suo insieme, in Italia, e in particolare in Sicilia?
“In Sicilia – come in molte altre aree d’Italia – lo sport ha un potenziale straordinario ma troppo spesso sottovalutato. Credo che il cambiamento debba partire dall’educazione e dalla formazione, già dai primi anni di scuola. Bisognerebbe introdurre un approccio motorio sin dalla scuola dell’infanzia, non solo come gioco, ma come parte integrante del percorso educativo. Investire nella formazione degli insegnanti e nella qualità dell’educazione sportiva è fondamentale per promuovere una crescita sana, consapevole e duratura.
È un argomento cruciale e merita di essere approfondito con serietà, soprattutto in una regione come la Sicilia dove le potenzialità sono enormi, ma spesso mancano visione, risorse e continuità nei progetti educativi e sportivi. Lo sport non dovrebbe mai essere visto come un’attività “extra” o marginale, da relegare a qualche ora settimanale, ma come una parte fondamentale del percorso formativo e umano di ogni bambino poiché il corpo è il primo strumento di apprendimento. Nei primi anni di vita, il bambino conosce il mondo attraverso il corpo: tocca, corre, cade, si rialza, esplora. Il movimento non è solo fisico: è cognitivo, emozionale, relazionale.
Ecco perché introdurre un approccio motorio strutturato fin dalla scuola dell’infanzia non significa solo “farli giocare”, ma offrire loro gli strumenti per sviluppare:
- Coordinazione e controllo motorio
- Capacità di concentrazione
- Autostima e fiducia in sé stessi
- Relazione con gli altri (regole, turni, collaborazione)
Educazione al benessere: iniziare presto può fare la differenza?
“In un’epoca in cui l’obesità infantile è in crescita e l’uso eccessivo di dispositivi elettronici inizia in età sempre più precoce, educare al movimento è anche un gesto di prevenzione. L’attività fisica abitua il bambino a vivere in armonia con il proprio corpo, a conoscerlo, rispettarlo e mantenerlo attivo. Questa consapevolezza, se coltivata fin da piccoli, li accompagnerà per tutta la vita”.
Formazione degli insegnanti, quindi è il nodo centrale?
“Spesso chi lavora nelle scuole dell’infanzia o primarie non ha una preparazione adeguata in ambito motorio. Non per colpa loro, ma perché la formazione specifica sul corpo e sul movimento è ancora troppo trascurata nei percorsi scolastici”.
Quindi cosa serve davvero?
“Concretamente lo sport deve avvalersi di:
- Insegnanti formati con competenze motorie specifiche;
- Educatori specializzati in psicomotricità e sviluppo motorio;
- Figure come personal trainer e tecnici sportivi integrati nei contesti scolastici, anche con progetti a tempo.
Investire su questo tipo di formazione significa creare una filiera educativa virtuosa, in cui scuola e sport si sostengono a vicenda, invece di essere mondi separati”.
Il Cuore del Lavoro: Formazione e Personal Training
Sei una professionista conosciuta e apprezzata. Qual è il cuore del tuo lavoro?
“Sono responsabile della formazione in una scuola sportiva di rilevanza nazionale. Coordino i percorsi di studio per futuri personal trainer, affiancata da un team di professionisti eccellenti, con cui condivido l’amore per l’insegnamento e la qualità didattica. Seguire i corsisti nel loro cammino, guidarli, formarli, motivarli… è un compito impegnativo ma incredibilmente gratificante.
E il momento in cui consegno loro il diploma è sempre carico di emozione: è lì che vedo concretamente il valore del nostro lavoro, nella nascita di nuovi professionisti consapevoli e preparati.
Inoltre lavoro come personal trainer, quindi io stessa applico in maniera concreta ciò che insegniamo: seguo persone con obiettivi differenti: ricomposizione corporea, riabilitazione post-infortunio, miglioramento della performance o semplice benessere. Ogni persona è un mondo, e per me è fondamentale creare percorsi personalizzati, basati sull’ascolto, sulla fiducia e sulla competenza”.
Formare nuovi istruttori: quanto è importante?
“La formazione di futuri istruttori rappresenta, senza dubbio, uno degli aspetti più rilevanti e strategici del mio lavoro. Formare non significa semplicemente trasmettere nozioni tecniche o protocolli di allenamento: significa costruire le fondamenta di una professionalità solida, consapevole e duratura.
Un personal trainer ben formato non si limita a proporre esercizi, ma diventa veicolo di cultura del benessere, promotore di stili di vita sani e punto di riferimento per chi desidera migliorare la propria salute fisica e mentale. Ogni corsista che esce preparato dal nostro percorso rappresenta una risorsa concreta per il mondo dello sport e un potenziale agente di cambiamento nella vita delle persone che seguirà.
È per questo che mi dedico con impegno, rigore e passione alla supervisione dei nostri programmi formativi. Curare la qualità dell’insegnamento, accompagnare gli studenti nel loro percorso, motivarli a crescere come professionisti, è per me non solo un dovere, ma una vera missione.
Vedere i nostri corsisti evolvere, acquisire competenze e intraprendere con determinazione il loro cammino professionale è una delle soddisfazioni più grandi del mio ruolo. Perché formare può fare la differenza così lo sport può davvero cambiare la vita. Ogni giorno, nel mio lavoro, vedo accadere questo cambiamento, e sapere di farne parte è il regalo più grande.”
Hai un motto?
“Il mio motto è “Formarsi oggi per cambiare domani”. Nel mio lavoro quotidiano nella formazione sportiva, vedo quanto sia importante investire nella qualità dell’insegnamento. Un istruttore ben formato non crea solo atleti: crea persone consapevoli, responsabili, capaci di fare squadra e affrontare la vita con equilibrio. Ecco perché sono convinta che formare chi insegna, sia il primo passo per formare meglio anche chi apprende”.
Vita Quotidiana, Viaggi e Messaggio alle Famiglie
Com’è la tua giornata tipo? E chi sei, al di fuori della palestra?
“Sono una persona semplice, energica, sempre in movimento. Non mi sveglio all’alba, ma cerco sempre di iniziare la giornata con una breve passeggiata all’aperto insieme al mio cane: un momento solo mio, che mi dà equilibrio.
Le mie giornate sono intense e ricche di impegni: tra palestra, consulenze, call formative e aggiornamenti, il tempo vola. Ma cerco sempre di ritagliarmi dei momenti per me: cucino, mi prendo cura del corpo e della mente, studio, viaggio. Sono un po’ maniaca dell’ordine e della pulizia, lo ammetto, ma è il mio modo per mantenere la mente chiara.
Amo profondamente gli animali, da sempre. Non sono solo una presenza affettuosa nella mia vita, ma dei veri e propri compagni di viaggio emotivo. Con loro si crea un legame silenzioso, autentico, che va oltre le parole. La loro presenza mi ricorda ogni giorno l’importanza della semplicità, della fedeltà e del vivere nel momento presente. Prendermi cura di loro è per me un gesto naturale, un modo per restituire un po’ dell’amore incondizionato che sanno offrire.
Un’altra parte importante di me è il viaggio. Ogni volta che posso, preparo la valigia e parto. Non cerco il lusso, ma l’essenziale: un posto nuovo da scoprire, una strada da percorrere, una cultura da osservare e rispettare. Viaggiare per me significa uscire dalla mia zona di comfort, confrontarmi con altre realtà, nutrire la mente e il cuore con nuove prospettive. Ogni viaggio mi lascia qualcosa: una lezione, un incontro, una sfida, una meraviglia. È un modo per ritrovare me stessa in contesti diversi, per crescere e rinnovarmi. In fondo, proprio come nello sport, anche nel viaggio c’è movimento, adattamento e trasformazione. E sono questi i valori che porto sempre con me, dentro e fuori dal lavoro”.
Qual è il tuo messaggio alle famiglie sullo sport?
“Lo sport non è solo forma fisica o performance: è salute, prevenzione, benessere mentale e connessione con se stessi. Il mio consiglio per tutte le famiglie è semplice ma fondamentale: ritagliatevi del tempo per voi. Anche solo pochi minuti al giorno per muoversi, respirare, ascoltare il proprio corpo. E per i più piccoli, lo sport è uno strumento educativo potentissimo. Insegna valori, disciplina, collaborazione, rispetto. Aiuta i bambini a staccarsi dagli schermi, a vivere in modo più attivo, più organizzato, più sano. Credo fermamente che educare al movimento significhi costruire adulti più consapevoli e felici”.
Prospettive Future: Crescita, Formazione e Imprevisto
Cosa ti immagini nel tuo futuro?
“Non amo pianificare ogni dettaglio del futuro. Preferisco vivere il presente con intensità, lasciando che sia il mio istinto a guidarmi quando è il momento di cambiare, di fare un salto, di evolvere. A livello professionale, la direzione è chiara: continuare a crescere, a formarmi e – soprattutto – a formare, contribuendo allo sviluppo di una nuova generazione di professionisti consapevoli. Ma so anche che, a volte, la vita riserva deviazioni inaspettate, e non escludo che nuove strade possano aprirsi, magari dove oggi ancora non guardo.
Sul piano personale, invece, lascio volutamente spazio all’imprevisto. So solo che il viaggio – inteso non solo come spostamento, ma come scoperta e trasformazione – continuerà a far parte di me. Che sia un luogo lontano, un’esperienza nuova, o una sfida inattesa, non vedo l’ora di scoprire dove mi porterà. Una cosa è certa: non ho ancora smesso di sorprendermi, e il meglio, forse, deve ancora arrivare”.
