La storia di Emma Mazzenga, ex insegnante di scienze e velocista padovana, è un inno alla longevità e alla sorprendente potenza dell’attività fisica. Dopo aver gareggiato brevemente a 19 anni, ha ripreso la sua passione a 53, inaugurando una carriera master che l’ha resa una leggenda mondiale dell’atletica leggera.
Oggi, a 92 anni, Emma non solo continua a correre ma detiene un palmarès che include decine di titoli nazionali, europei e mondiali. Ad oggi, vanta 11 titoli mondiali, 31 titoli europei e ben 115 titoli italiani nelle varie categorie Master. Nella sua specialità, i 200 metri, ha stabilito più volte il Record Mondiale Outdoor nella categoria W90 (Donne over 90), dimostrando un inarrestabile miglioramento cronometrico.
La sua incredibile longevità atletica ha spinto un team internazionale di ricerca (composto da scienziati italiani, guidati da Simone Porcelli dell’Università di Pavia, e americani) a studiare il suo organismo per svelare i segreti dell’invecchiamento muscolare. I ricercatori hanno analizzato muscoli, nervi e mitocondri di Mazzenga per capire i meccanismi biologici che le permettono di competere a questi livelli.
I test condotti hanno rivelato dati sbalorditivi sulla sua forma fisica:
Fibre Muscolari: La struttura e la funzionalità delle sue fibre muscolari sono paragonabili a quelle di una persona sana di circa 70 anni.
Flusso Sanguigno e Ossigenazione: Il dato più sorprendente riguarda la circolazione e l’ossigenazione dei muscoli, che risultano essere pari a quelli di una ventenne.
Simone Porcelli, professore associato di fisiologia umana e coordinatore dello studio, ha sottolineato il significato di questi risultati preliminari:
“Seppur ancora in via preliminare, i risultati mostrano come l’attività fisica possa preservare dal processo dell’invecchiamento alcune funzioni fisiologiche del nostro organismo.”
Lo studio non solo certifica l’eccezionalità di Emma Mazzenga – il cui unico vero antagonista, come lei stessa ha dichiarato, è il cronometro – ma offre una base scientifica concreta all’idea che l’esercizio costante e la passione agonistica siano potenti strumenti per rallentare il deterioramento fisico legato all’età.