La telenovela tra Valerio Antonini e la città di Trapani ha raggiunto il suo climax emotivo e sportivo. L’imprenditore romano, presidente di FC Trapani 1905 (calcio) e Trapani Shark (basket), ha gettato la spugna dopo l’ultima partita casalinga di Serie C contro il Monopoli (1-1), denunciando pubblicamente la mancanza di sostegno economico da parte della piazza e annunciando la cessazione immediata di ogni ulteriore investimento.
L’episodio chiave è un video, diventato virale in poche ore, nel quale Antonini, visibilmente irritato, ha commentato la scarsa affluenza allo Stadio Provinciale per la partita di calcio, associandola a incassi che non giustificano i milioni di euro versati nella società.
Il messaggio di Antonini non lascia spazio a interpretazioni: la sua generosità finanziaria, definita “Babbo Natale”, è terminata.
«Il progetto Trapani Calcio-Gruppo Antonini sembra essere fallito. Non ci metto più un centesimo di euro. Ora quello che c’è nelle casse si paga. Babbo Natale è partito per la Finlandia.»
La polemica non si è limitata solo all’aspetto finanziario. Il presidente ha criticato aspramente la risposta della città al suo ambizioso progetto, che in trenta mesi aveva portato a investimenti dichiarati superiori ai 20 milioni di euro in due discipline.
Per la tifoseria organizzata, che ha risposto con uno striscione carico di amarezza – “Io ci credevo. E tu?” – lo sfogo di Antonini ha rappresentato un tradimento delle promesse iniziali. L’imprenditore lamenta una gestione fallimentare sul piano degli incassi e del sostegno locale, nonostante i successi sportivi ottenuti, inclusa la storica vittoria del basket contro Milano.
Con la squadra di calcio che sta lottando per risalire la classifica di Serie C nonostante una pesante penalizzazione e il basket in Serie A ad affrontare un futuro incerto, l’unica certezza, come ribadito da Antonini, è l’apertura delle porte a chiunque voglia subentrare nelle proprietà.
La “festa” è finita, e Trapani si ritrova a interrogarsi sul futuro delle sue ambizioni sportive, lasciate in un limbo di polemiche e risentimenti.