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Fondi ristrutturazione, Antonini “Il Comune di Palermo ha capito i rischi, Trapani no”

Il recente accordo tra il Comune di Palermo e il club rosanero per lo stadio Barbera ha riacceso la miccia della polemica sulla gestione degli impianti sportivi nel trapanese. Il cuore della disputa riguarda i rimborsi per i lavori di ristrutturazione effettuati presso il Palashark e lo stadio Provinciale di Trapani, interventi che, secondo quanto denunciato, sarebbero stati sostenuti interamente da fondi privati senza ancora aver ricevuto il dovuto indennizzo dalle istituzioni locali.

L’attacco a Tranchida e Quinci

La posizione espressa è di netta condanna verso i vertici istituzionali del territorio: “Questo succede quando chi è a capo delle istituzioni si rende conto dei rischi che si corrono ad appropriarsi di fondi altrui“, si legge nella nota polemica che mette a confronto l’efficienza palermitana con lo stallo trapanese. Sotto accusa finiscono direttamente il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, e il Libero Consorzio Comunale (LCC) guidato da Quinci.

Le accuse sono pesanti: le due amministrazioni starebbero violando la legge, esponendo gli enti pubblici a “clamorosi danni patrimoniali” a causa del mancato rimborso delle somme anticipate per rendere agibili e moderni i due principali impianti sportivi della città.

La richiesta di intervento alla Regione e alla Corte dei Conti

Di fronte a quello che viene definito un fallimento delle negoziazioni, la strategia cambia radicalmente: non ci sarà più spazio per trattative dirette con il Comune e il Libero Consorzio. “Di queste due istituzioni trapanesi non ne voglio più neanche sentire parlare. Non hanno dimostrato il minimo rispetto né di avere la dignità per portare avanti negoziazioni di tale importanza“.

La battaglia si sposta quindi su un piano superiore. È stata annunciata una richiesta ufficiale d’intervento alla Regione Sicilia e alla Corte dei Conti affinché si faccia chiarezza sulla gestione dei fondi e venga imposto il pagamento immediato delle somme sborsate per le ristrutturazioni. L’obiettivo è ottenere il ristoro delle spese sostenute privatamente, bypassando interlocutori locali ritenuti ormai non più credibili.

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Redazione