Filippo Ferrero: un sogno ad occhi aperti!
di Giovanni SaeliIn evidenza28 Aprile 2021 - 11:20
Di questi tempi si parla molto di futuro ed in particolar modo della pallanuoto che verrà. Ed allora importante dare uno sguardo a chi, un domani, diventerà protagonista del movimento pallanuotistico come Filippo Ferrero attaccante dell’Ortigia Siracusa.
Chi è Filippo Ferrero? pallanuotista classe 2002, cresce a Bogliasco dove fa il suo esordio nella massima serie italiana. Definito da sempre come uno dei pilastri della nazionale del futuro, da ormai due anni è linfa vitale per i tatticismi dell’Ortigia di mister Stefano Piccardo.
Filippo… sei nato e cresciuto a Bogliasco. Da li escono ogni anno nuovi talenti, ma esattamente cos’ha di differente Bogliasco dalle altre ‘Cantere’?
Rispetto alle altre giovanili d’Italia, secondo me, la differenza sta principalmente nel senso di appartenenza e nell’orgoglio di rappresentare i colori della squadra trasmessi dai vari allenatori fin da piccolissimi. Questo ti porta ad affrontare gli allenamenti, le partite ma in generale la vita con una grinta ed una cattiveria agonistica che possiamo definire… unica! Te la porti dentro praticamente per sempre. Poi certo, la programmazione societaria ha permesso a tantissimi giovani di giocare in Serie A. Dopo tanti anni gloriosi purtroppo è arrivato un periodo di crisi per la società anche se spero che tutto si sia risolto per il meglio perché Bogliasco merita assolutamente la massima serie.
Vieni inserito giovanissimo nella Serie A1. Poi arriva la retrocessione e ti trasferisci dall’altra punta dell’Italia. Perché tra le tante opzioni proprio Siracusa?
Dopo la retrocessione ho dovuto fare una scelta per rimanere in un contesto di massima serie e sono andato via non senza dispiaceri personali. Ho scelto Siracusa sicuramente perché qui ho ritrovato valori molto simili al Bogliasco: quando giochi per l’Ortigia non stai giocando per te stesso ma per una città intera. Non è un modo di dire! Quando scendo in acqua senti il calore, la voglia di vincere e l’amore di questa città nei confronti di una squadra che realmente li rappresenta in Italia. Inoltre sempre qui a Siracusa si valorizzano tanto i giovani: ragazzi come, Condemi e Cassia ogni giorno in acqua veniamo positivamente messi alla prova crescendo giorno dopo giorno. Non è scontato che a ragazzi di 17/18 anni venga data la possibilità di giocare la Champions League da protagonisti.
Fin da subito hai sfornato grandi prestazioni a servizio della squadra. Ma quanto é stato difficile il tuo processo di integrazione nel gruppo? Hai avuto difficoltà in particolare con la nostalgia di casa?
Ultimante sono arrivati alcuni campioni che hanno fatto la storia della pallanuoto italiana e grazie a loro sto imparando velocemente tantissime cose.. è questo ciò che avevo bisogno. Finora mi sto trovando benissimo. In acqua ma anche fuori nella vita di tutti giorni e di questo ringrazio la società e tutti i compagni perché ogni giorno mi fanno sentire a casa senza farmi mancare mai nulla. La nostalgia di casa c’è (è normale) ma quando stai bene, la società ti fa stare bene ed i compagni diventano la tua famiglia… anche per un ragazzo di 18 anni è più semplice abitare lontano da casa.
Prima di arrivare a Siracusa hai vinto da capitano l’Europeo under 17 siglando tra l’altro 18 reti. Quell’europeo sarà ricordato per sempre per la scomparsa prematura di Nando Pesci. Come ha affrontato la situazione drammatica Filippo Ferrero nelle vesti di capitano?
L’estate del 2019 è stata davvero particolare. Abbiamo vissuto con quella squadra la gioia sportiva più grande fin qui della nostra vita ma allo stesso tempo un dolore terribile che ci ha fatto sentire persi.. spaesati. Dopo la tragica scomparsa ci siamo incontrati tutti e ci siamo guardati negli occhi: li abbiamo capito che l’unica cosa che dovevamo fare era onorare il lavoro che Nando aveva creato negli anni con noi. Tutti sapevamo cosa fare ed il mio ruolo da capitano è stato molto più semplice di ciò che sembra: la motivazione di tutti era talmente forte che non c’era bisogno di parlarci… ci guardavamo negli occhi e tutti capivamo al volo i lunghi discorsi che solitamente si fanno. Personalmente all’inizio ero un po’ preoccupato ma , partita dopo partita, la preoccupazione si è trasformata in sicurezza assoluta ed alla fine, tutti insieme, abbiamo portato a casa il titolo europeo.
Assieme a Cassia e Ciccio Condemi, formi un trio che ha il sapore della nazionale che verrà. Ti senti pronto per una chiamata in azzurro del CT Campagna?
Se dovesse arrivare una chiamata? Sarei felice e risponderei positivamente. Per adesso mi godo il presente e lavoro su me stesso per crescere mentalmente e fisicamente.. di certo è un sogno che ho ma non un tarlo assillante. Se chiudo gli occhi oggi.. tra dieci non so esattamente dove mi vedo ma spero di rivedermi con la calottina della nazionale maggiore. So per certo che, a 18 anni, ho un margine di miglioramento enorme e devo conquistarlo. Sinceramente penso al presente, penso all’allenamento di stasera ed alla prossima partita. Se un giorno arriverà la chiamata azzurra devo essere pronto e per esserlo devo lavorare oggi ad occhi aperti!
Intervista a cura di Giovanni Saeli.
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