Pallavolo, elezioni federali in Sicilia. L’intervista al candidato presidente Giuseppe Gambero

di Pietro Minardi

Giuseppe Gambero si lancia nella corsa per diventare nuovo presidente regionale della FIPAV Sicilia. Una candidatura che si propone come alternativa a quella di Nino Di Giacomo, presidente della Seap Dalli Cardillo Aragona.

Una scelta importante quella del quarantasettenne dirigente catanese, impegnato da oltre vent’anni nel campo pallavolistico siciliano. Ex dirigente della Winner e nel Volley Club Catania, Gambero è entrato in ambito federale sotto la presidenza Scuderi e in campo regionale con il colonnello Di Pietra, dove ha ricoperto il ruolo di vice presidente.

L’INTERVISTA

Intanto, grazie del suo tempo. La prima domanda non può essere che relativa alla sua candidatura: cosa l’ha spinta a scendere in campo?

“Era un percorso che ho iniziato nel 1995, quando iniziai a fare il dirigente federale. E’ per me l’obiettivo principe della mia carriera. L’emergenza covid-19 mi ha dato quella spinta in più perchè vorrei mettere al servizio delle società sportive siciliane quelle che sono le mie competenze in modo che, dal minuto successivo alle elezioni, si possa cercare di ripartire”.

Roberto Mormino ha detto qualche giorno fa che la sostiene in quanto “siete due uomini provenienti dalla base”. Quali sono i suoi progetti proprio per la pallavolo di base?

“L’obiettivo è quello di ripartire, perchè veniamo da un periodo particolare. Per farlo bisogna ricominciare dalle scuole e dalle società sportive, che speriamo abbiano la forza di potere riprendere l’attività ad oggi bloccata, anche in funzione degli impianti scolastici al momento non utilizzabili dalle società. Lì dobbiamo essere bravi noi”.

Sull’aspetto degli impianti: vi è una carenza di strutture in Sicilia. Non pensa che debba esserci una maggiore comunicazione in futuro fra la federazione e gli stakeholders dei vari comuni?

“Questo è essenziale, tant’è che in base al territorio, alla situazione e alle istituzioni che riusciamo a trovare le esperienze cambiano. E’ fondamentale perchè le palestre a volte sono di competenza comunale, a volte delle città metropolitane, e questo non ci aiuta dal punto di vista burocratico. Anche l’assessorato regionale allo Sport, nonostante l’impegno profuso, non riesce ad essere determinante nelle scelte dei singoli istituti, che si fanno forti della loro autonomia e quindi passa tutto dai consigli d’istituto, che deve legiferare sull’eventuale concessione. I nostri interlocutori principe devono essere le ex Province e i Comuni. Laddove ci sono dei dirigenti scolastici che sono propensi a far svolgere l’attività bene. Altrimenti bisogna fare intervenire il MIUR, che deve risolvere un pò questa diatriba”.

La sua candidatura è alternativa rispetto a quella di Nino Di Giacomo. Cosa pensa di offrire di diverso rispetto al suo programma?

“Mi confronto con Nino Di Giacomo. Rispetto alla sua candidatura, da uomo di sport riconosciuto a livello siciliano, il quid in più sia rappresentato dal fatto che, nel periodo che stiamo affrontando, la macchina burocratica federale è più semplice a chi conosce già l’area amministrativa. Con Mormino abbiamo fatto questa scelta: siamo uomini della base e vogliamo che la ripartenza sia immediata e rapida per tutelare le nostre società già in difficoltà”.