Mondiali Doha, Quadarella si prende lo scettro dei 1500 stile libero

di Simone Milioti

La regina del mezzofondo europeo si è ripresa il mondo e proverà a conquistare tra sei mesi il podio alle Olimpiadi di Parigi. Simona Quadarella compie l’impresa, approfitta, come avvenne a Gwangju 2019 quando portò il record italiano a 15’40″89, dell’assenza della statunitense pluricampionessa olimpica e del mondo Katie Ledecky, e vince l’oro nei 1500 stile libero. Strepitosa la finale della 24enne romana e tricampionessa europea in carica – tesserata per CC Aniene, allenata da Christian Minotti – che conduce trenta vasche a 31″8-31″9 di media e nuota in 15’46″99 nettamene più veloce del tempo limite olimpico (15’55″0). Questi i passaggi di Quadarella ogni cento metri: 1’00″56, 2’03″87, 3’07″18, 4’10″51, 5’13″17, 6’16″19, 7’19″24, 8’22″49, 9’25″64, 10’29″07, 11’32″60, 12’36″36, 13’40″06, 14’44″52. Annientate le avversarie con la cinese Li Bingjie argento in 15’56″62 e la tedesca Isabel Gose terza in 15’57″55.

“Volevo vincere, sapevo che era alla mia portata e sono contenta per il tempo, che non mi aspettavo così buono”. Simona Quadarella è un fiume in piena. Sorridente e soddisfatta. “Anche mentre nuotavo non mi accorgevo del tempo che stavo nuotando – continua la 25enne mezzofondista romana – Sono contenta anche per i miei genitori che hanno fatto tanta strada per essere qui e tra qualche giorno mi raggiungerà anche mia sorella che vive in Arabia. Aver ottenuto la qualificazione olimpica è uno stimolo in più; adesso davvero posso lavorare per Parigi e basta. Questo 15’46” mi fa sperare molto di più. E’ ovvio che poi alle Olimpiadi per provare a conquistare una medaglia ci vorrà molto di meno, però se nuoto questo tempo adesso potrò fare anche meno”. E pensare che a questo mondiale avrebbe potuto non esserci. “All’inizio era incerta se partecipare o meno – spiega Simona, tesserata per il CC Aniene – C’è stato un attimo in cui ho titubato perché le sensazioni non erano proprio fantastiche e quindi adesso sono contenta ancora di più. Questa medaglia la dedico a me stessa perché ultimamente in allenamento stavo facendo tanta fatica ed è servita a qualcosa. Rispetto alla medaglia d’oro mondiale precedente, quella di Gwangju, questa è completamente diversa: sono arrivata un po’ più tranquilla e con meno aspettative perché comunque un mondiale a febbraio è diverso. Sapevo che l’oro era alla mia portata, ma poi bisogna sempre confrontarsi con le avversarie in vasca”.
Il risultato odierno le consente di salire sul podio per la quinta edizione consecutiva, primeggiando in due occasioni; in ambito nazionale ci sono due illustri precedenti: Federica Pellegrini che è salita otto volte consecutive sul podio iridato nei 200 stile libero tra il 2005 e il 2019 vincendo in quattro occasioni e Gregorio Paltrinieri in cinque nei 1500 stile libero tra il 2013 e il 2022 imponendosi tre volte.
Se si considerano le medaglie iridate complessive in vasca lunga, la otto volte campionessa europea si attesta a quota 6 come Thomas Ceccon, cifra che li pone alle spalle dei soliti noti Pellegrini (11) e Paltrinieri (8).
Il prossimo obiettivo è rappresentato dal podio negli 800 metri, che andranno in scena tra le eliminatorie venerdì e la finale sabato. La possibilità di ottenere due medaglie nella stessa rassegna iridata, come avvenuto nel 2019, appaiono concrete e poi cadrebbero altri inediti numeri come la doppietta d’oro 800-1500.
Simona Quadarella è diventata la terza atleta nella storia dopo la statunitense Katie Ledecky (36 volte) e la cinese Wang Jianjie (7) a infrangere in almeno sei occasioni la barriera dei 15’50.
Quello della fuoriclasse azzurra è un oro storico vale a dire il numero 50 ai Mondiali per l’Italia, traguardo finora superato da autentiche corazzate come Stati Uniti, Cina, Australia, Russia e Germania.
Due azzurri in finale nei 50 rana. Promettono scintille e spettacolo i 50 rana che avranno in finale due azzurri che saranno attori protagonisti. Sono Nicolò Martinenghi, quasi al top della condizione psicofisica dopo l’argento nella doppia distanza con annesso pass olimpico conquistato in semifinale, e un ottimo Simone Cerasuolo che, pur avendo focalizzato la sua preparazione per essere al meglio agli assoluti di Riccione, si dimostra in palla anche in Qatar. Il 24enne di Varese – tesserato per CC Aniene e allenato da Marco Pedoja, vice campione iridato a Budapest 2022 – tocca in 26″65 che vale il secondo crono, preceduto solamente dall’aussie Sam Williamson in 26″41, non troppo lontano dal suo record italiano di 26″33 siglato per il titolo europeo diciotto mesi fa e che mercoledì pomeriggio può provare a migliorare; il 20enne di Imola che a Roma fu d’argento – tesserato per Fiamme Oro, preparato da Cesare Casella – conclude in 26″98 per il sesto tempo. Sarà una finale dal livello altissimo e ne faranno parte anche lo statunitense ed oro nella doppia distanza Nic Fink quarto in 26″77 e il vincitore di tutto sir Adam Peaty quinto in 26″85.
“Siamo contenti – dice Nicolò Martinenghi condividendo la soddisfazione per il risultato con Simone Cerasuolo – Entrambi in finale. Mi sentivo bene. Pensavo di stare un pochino peggio perché durante il riscaldamento ero un po’ affaticato, appesantito, poi in gara ero molto concentrato, sapevo quello che stavo facendo. C’è ancora un po’ di margine, è uscito Ilya Shymanovich che ha liberato un posto, ma la concorrenza è comunque altissima”.
Razzetti stacca il terzo pass olimpico. Alberto Razzetti si conferma garista d’autore, uno di quelli che cresce di condizione con il passare delle sessioni, e accede alla finale dei 200 farfalla con il miglior tempo, prendendosi un altro pass olimpico, dopo quelli conquistati nei 200 e 400 misti agli assoluti di Riccione lo scorso novembre. Il 24enne di Genova – tesserato per Fiamme Gialle e Genova Nuoto My Sport, allenato dal 2020 a Livorno da Stefano Franceschi e bronzo europeo a Roma 2022 – nuota in 1’55″09 (tempo limite 1’55″0), con un fantastico ultimo 50 in 30″42, a ventidue centesimi dal primato personale e a otto decimi dal record italiano di 1’54″28 di Federico Burdisso (Esercito/Aurelia Nuoto), che questa volta paga la solita condotta gara sparagnina, ed è nono in 1’56″68, primo degli esclusi; il 23enne pavese – allenato al Centro Federale di Ostia da Fabrizio Antonelli – per entrare in finale doveva fare meglio dell’1’56″04 del magiaro Richard Marton.
“Sono molto contento – afferma Alberto Razzetti – Ho disputato una buona gara, ottenuto un buon tempo e centrato il doppio obiettivo: entrare in finale e qualificarmi per le Olimpiadi anche nei 200 farfalla. Ho commesso anche qualche picciolo errore, quindi credo che in finale possa nuotare un tempo migliore. Si cerca sempre di fare meglio. In finale siamo tutti lì. Tutti atleti che hanno fatto 1’54” nella vita, anche meno”.

Fonte dichiarazioni Federnuoto.it
Foto Giorgio Scala, Giorgio Perottino, Andrea Staccioli, Andrea Masini / DBM