Tempo di primi bilanci al Giro, con Milan che salva l’onore italico

di Alessandro Teri

È tempo per il Giro d’Italia di tirare un po’ il fiato, nel primo giorno di riposo che arriva dopo la prima settimana volata via tutta d’un fiato. Sarebbe consono fare i primi bilanci dall’edizione numero 108 della Corsa Rosa, anche se il copione che tutti si aspettavano è stato finora rispettato, con Tadej Pogacar padrone assoluto, non solo in salita ma pure a cronometro, essendosi aggiudicato la prova contro il tempo di Perugia, che comunque si addiceva alle sue caratteristiche presentando un finale tutto all’insù. Quando la strada sale, pur se di poco, per gli altri c’è ben poco da fare, lo sloveno domina, è chiaro, però a differenza di altri campionissimi visti al Giro, non si accontenta di gestire, bensì si mette inesorabilmente davanti per attaccare e chiudere ogni discorso prima ancora che cominci.

Un solco profondo

Così facendo Pogacar ha scavato un profondo solco in classifica generale, dopo sole 9 tappe, rispetto al secondo in graduatoria, il colombiano Daniel Felipe Martinez, distante dalla vetta 2 minuti e quaranta secondi. Terzo è Geraint Thomas, a 2.58, distacco in buona parte accumulato nella crono, che ha vanificato ogni suo sforzo di non perdere le ruote del leader nelle tappe in linea. In quarta posizione si trova Ben O’Connor, a 3:39, quinto la sorpresa Clan Uijtdebroeks, comunque lontano 4:02, e sesto finalmente il primo degli italiani, quell’Antonio Tiberi tanto atteso, e che comunque tranne qualche parentesi sfortunata si sta ben defindendo, a soli 23 anni, riuscendo a limitare il gap da Pogacar in 4 minuti e 23 secondi. Subito dietro di lui c’è un buon Lorenzo Fortunato, settimo, a 5:15.

Note positive…

Le note migliori per i colori azzurri, in verità, vengono dalla classifica a punti della maglia ciclamino, saldamente sulle spalle del nostro Jonathan Milan, a quota 174, ovvero più 58 sul secondo, Kaden Groves. Sempre a Milan dobbiamo l’unico successo di tappa italiano visto in quest’edizione, nella volata di Andora, cui si aggiungono 2 secondi posti. Per lui le possibilità di vestire la maglia ciclamino fino alla fine sono tante, rimediando alle diverse mancanze del panorama ciclistico italiano, che in occasione di un appuntamento importante per i colori azzurri come il Giro risaltano in modo particolare.

…e record negativi

Basti pensare che nei giorni scorsi è stato battutto un record negativo che durava dagli anni Settanta. Mai primi d’ora era trascorso tanto tempo senza vedere un italiano in maglia rosa: in occasione della tappa che sabato è arrivata a Prati di Tivo, è stata passata la soglia dei 66 giorni di corsa dall’ultimo primato tricolore nella classifica generale del Giro, come non accadeva dal 1975. L’ultimo italiano a vestire la maglia rosa è stato Alessandro De Marchi, nel 2021. A scanso di stravolgimenti impensabili, tale primato per niente lusinghiero per il ciclismo nostrano è destinato a durare almeno per tutto il Giro in corso, in attesa che almeno per l’anno prossimo le promesse di alcuni indubbi talenti italici vengano mantenute.