Francia-Spagna, il pallone racconta il trionfo francese al Parco dei Principi e quell’ errore di Arconada

di Valentino Sucato

Francia-Spagna il ricordo ci porta a Parigi nel 1984 e qui il pallone racconta che le due squadre separate geograficamente dai Pirenei si incontrano per la finale del campionato Europeo. Erano due squadre diverse, la Francia ospitava quel campionato con una squadra stellare con Platini su tutti, poi Giresse, Tigana, Genghini, Bossis, Battiston, la sorpresa Domergue e l’ imbattibile Bats, in panchina il saggio Hidalgo amante del bel calcio ma quando necessario anche pragmatico. Dall’ altra parte una Spagna che non era quella di oggi. Troppi buoni calciatori da amalgamare spesso divisi in clan geografici o legati alle squadre di appartenenza. Santillana, Carrasco, Arconada in porta, Camacho, Gallego, Munoz grossi nomi ma mai diventati una grande squadra.

Il percorso dei francesi

La Francia arrivò in finale con il suo calcio champagne vincendo tutte le gare, Danimarca (1-0), Belgio (5-0) e Jugoslavia (3-2) che fu la partita più complicata della prima fase poi risolta da una tripletta di Platini. In seminale riuscì a ottenere ai supplementari un vittoria difficilissima con il Portogallo per 3-2.

E quello degli spagnoli

La Spagna invece nella prima fase aveva pareggiato con la Romania e con il Portogallo entrambe le gare finite 1-1. La qualificazione alla semifinale era arrivata per il rotto della cuffia grazie al gol al 90′ Maceda contro la Germania Ovest. E ancora più complicata fu la semifinale con il pareggio 1-1 con la Danimarca e ancora un gol di Maceda che salvava gli spagnoli. Ai rigori poi l’unico a sbagliare fu Elkjar Larsen l’anno dopo protagonista dello scudetto del Verona.

La finale

Partita non bella, finale deludente al Parco dei Principi con la squadra di Michel Hidalgo che faticò le proverbiale sette camicie per avere ragione di una Spagna che seppur evanescente in attacco mostrò una difesa solida e un centrocampo capace di resistere agli attacchi dei galletti rendendoli prevedibili e lenti. Addirittura è la Spagna a sfiorare la rete nel primo tempo con Santillana che colpisce di testa ma a  respingere sulla linea c’è Patrick Battiston e la successiva conclusione dello spagnolo è  fuori dallo specchio della porta. La partita è sui ritmi bassi e la fantasia di Platini e Genghini sono un lontano ricordo. Il veloce e sgusciante Tigana è bloccato dai difensori ispanici mentre delle punte francesi non c’è traccia. È la classica partita di finale che spesso delude le attese e qualche volta si protrae sino ai supplementari e anche ai rigori. Però in questo partita succede altro. Al 56′ c’è un calcio di punizione per i transalpini sul pallone si porta Platini, la palla calciata non tanto forte e rasoterra è letta bene da Arconada che va per bloccarla ma incredibilmente non ci riesce. Il più bravo portiere di quel campionato europeo si fa passare la palla sotto la pancia. La Spagna prova a reagire, la Francia si chiude in una specie di Bastiglia calcistica. Non ci sono grandi azioni pericolose nonostante dal 84′ i francesi giocassero in dieci per l’espulsione di Le Roux. Al 90′ c’è il contropiede francese e Bellone supera Arconada con un pallonetto per il 2-0 finale. La Francia da quel momento si scoprirà grande, diventando un superpotenza calcistica prima europea e poi mondiale, tito che conquisterà nel 1998, sempre in casa.

Tabellino della finale

Francia – Spagna 2-0

FRANCIA: Bats,  Battiston (72′ Amoros), Domergue, Bossis, Le Roux, Tigana; Bellone, Giresse, Lacombe (80′ Genghini), Platini, Fernandez.

SPAGNA: Arconada; Urquiaga, Camacho; Gallego, Salva (85′ Fernandez Roberto), Julio Alberto (77′ Sarabia); Carrasco, Senor, Santillana, Victor Munoz, Francisco Lopez. Arbitro: Christov (Cecoslovacchia)

Reti: 56′ Platini, 90′ Bellone.