Le voci del Tour25, la decima tappa raccontata dai protagonisti
Calcio14 Luglio 2025 - 21:46
Il giorno di Healy, Simon Yates e Martinez
La decima tappa ha lasciato il segno, cambia la Maglia Gialla che passa sulle spalle di Healy, cambia anche la maglia a pois che è di Martinez, capace di entrare nella fuga dei ventinove e di ottenere punti su quasi tutti i Gpm. Per Pogacar sarà solo una pausa, un arrivederci a quella maglia gialla che vorrà indossare a Parigi e che per adesso conviene non averla, per tutto quello che può significare in termini di stress ed impegni istituzionali quotidiani.
Tappa spettacolare sul Massiccio Centrale
La tappa di oggi è stata, come nelle previsioni, spettacolare, ricca di colpi di scena e incerta fino alla fine, con un grande protagonista, l’irlandese Healy che partito con 3’55” di distacco da Pogacar è riuscito nell’ impresa di indossare la maglia più prestigiosa, grazie ad una condotta di gare d’ attacco sin dai primi chilometri. Domani ci sarà osservato il turno di riposo.
Le parole della nuova maglia gialla, Ben Healy
“Questa è solo una favola, un sogno che si avvera. Se mi avessero detto prima del Tour de France che sarei arrivato qui con la Maglia Gialla dopo aver vinto una tappa precedente, non ci avrei creduto. Non era esattamente nei piani. Siamo rimasti sorpresi che l’UAE Team Emirates abbia lasciato andare una fuga così numerosa lungo il percorso, e ne abbiamo approfittato inserendo quattro corridori. Devo ringraziare di cuore i miei compagni di squadra Neilson Powless, Alex Baudin e Harry Sweeny perché, senza di loro, conquistare la Maglia Gialla sarebbe stato impossibile. Ad un certo punto, la tappa è diventata una lotta contro me stesso. So che stavo correndo dei rischi spingendo così a fondo per così tanto tempo, ma quanto capita un’altra volta un’opportunità come questa? È stato piuttosto snervante aspettare quattro minuti per scoprire se ero in maglia gialla o no. Sono super orgoglioso di rappresentare l’Irlanda. Questo successo lo sto ancora metabolizzando e sono piuttosto emozionato. D’ora in poi, mi concentrerò sulla classifica generale per rispettare la Maglia Gialla e cercare di mantenerla il più a lungo possibile.”
Le parole del vincitore di tappa, Simon Yates
“È passato molto tempo dall’ultima volta che ho vinto al Tour – dice Simon Yates – Sono contento di essere tornato qui. È un grande anno per me dopo la vittoria al Giro. Non mi aspettavo grandi opportunità qui, essendo concentrato su Jonas Vingegaard per la classifica generale. Il morale è buono, abbiamo subito un piccolo colpo dopo la cronometro, ma nel ciclismo va così. Bisogna accettare la situazione e andare avanti. Oggi, le cose sono andate in modo tale da poter essere lì per la tappa e l’ho presa con entrambe le mani. La mia sensazione iniziale è stata di sollievo perché stavo davvero finendo le gambe e pensavo che sarei stato ripreso sulla linea di arrivo. È stata una partenza davvero dura, difficile entrare in fuga, c’erano molti ragazzi forti. Ecco perché ho preso un vantaggio nelle ultime curve prima dell’inizio della salita. Con EF Education-EasyPost in corsa per la Maglia Gialla, abbiamo avuto praticamente carta bianca fino alla salita finale e poi ho semplicemente cercato di dare il massimo. Victor Campenaerts è stato fortissimo, non solo oggi ma dall’inizio del Tour, impegnandosi al massimo ed è stato fondamentale anche nel finale. Tutta la squadra sta andando davvero forte.”
Le parole di Lenny Martinez, che oggi ha indossato per la prima volta la maglia a Pois
“”Quando sono partito, pensavo sia alla tappa che alla maglia a pois. Ma ho capito sin da subito che non sarei riuscito a lottare per la tappa, gli altri erano semplicemente troppo forti. Non volevo andare via a mani vuote, quindi mi sono concentrato sulle volate in salita per raccogliere punti. Certo, è strano indossare la maglia a pois che mio nonno ha vinto tanto tempo fa. Sono sicuro che sarà orgoglioso di me. Ora cercherò di tenerla il più a lungo possibile, magari anche fino a Parigi, ma con Tadej Pogačar sarà difficile. In ogni caso, mi dà un grande obiettivo da raggiungere. È vero che nel finale ho corso con Pogačar e Vingegaard, ma era solo perché volevo finire tra i primi 10. Dopo una simile giornata non volevo arrivare ventesimo”