Mondiali di Kigali 2025, il giorno dopo tra consapevolezza, rammarico e nuovi sfidanti

di Giuseppe Ortale

Il mondiale su strada di Kigali è andato in archivio da poco più di 24 ore lasciando dietro di sé certezze, dubbi e forse qualche rammarico. È stato un successo di pubblico, circa un milione di presenze lungo il circuito, ed è stato un successo dell’Unione Ciclistica Internazionale che ha puntato forte sul Ruanda e sul continente africano; organizzazione eccellente e prova iridata davvero impattante. Ma oggi tocca analizzare il “giorno dopo” di alcuni protagonisti del mondiale. Si sa Il giorno successivo è spesso visto anche come simbolo di speranza, di rinascita e di miglioramento, poiché offre la possibilità di ricominciare o di rimediare agli eventuali errori commessi.

TADEJ POGACAR

Una stagione fantastica per il due volte campione del mondo che ha dominato il lungo e in largo la stagione portando a casa la Liegi, la Freccia Vallone, il Tour de France; il suo 2025 non finisce in Ruanda perché “Taddeo” sarà al via al Campionato Europeo Drôme-Ardèche, già questo fine settimana, e a metà ottobre cercherà di fare suo il quinto Lombardia di fila diventando così il plurivincitore della corsa raggiungendo un certo Fausto Coppi. Altri record in vista, più il Lombardia che l’europeo che potrebbe essere sacrificato per la Classica delle Foglie Morte. Come lo vive il giorno successivo? Normale come sempre, senza una sbavatura come le sue dichiarazioni post gara molto formali e senza alcun tipo di slancio che sarebbe anche giustificato del tipo “ho mandato i miei saluti ad Ayuso e sverniciato Del Toro”; anonimo al microfono e proprio per questo poco riconosciuto a livello internazionale tra gli atleti più influenti di questa epoca.

REMCO EVENEPOEL

Remco e il suo passato da calciatore che emerge

Remco e il suo passato da calciatore che emerge

Il belga è più personaggio dello sloveno e forse anche per questo risulta antipatico “ai più” ma non al cronista. Messe da parte le simpatie il buon Remco ha corso una gara senza senso perché dal punto di vista della prestazione è giusto dire che il belga ha messo in mostra una buonissima gamba ma ha “sbarellato” fin troppo contro la sua bicicletta. Un’atleta come lui non si può permettere di scendere dal proprio mezzo senza adeguata segnalazione e perdere secondi preziosi; nel finale lui e Pogacar andavano più o meno alla stessa intensità, si sono ben gestiti e hanno blindato le loro posizioni. Remco è più personaggio di Tadej ma “stai calmo amico mio” hai perso dal migliore. Bel sinistro quello di Remco, come suggerisce la foto.

Tutta la frustrazione di Remco Evenepoel

BEN HEALY

E che gli vuoi dire all’irlandese? Solo complimenti, riporta il suo paese sul podio dal lontano 1987, e taglia il traguardo con un sorriso che fa capire quale sia il suo stato d’animo anche dopo 24 ore. Stagione pazzesca la sua con vittoria di tappa, maglia gialla e top10 al Tour de France per un ciclista sgraziato ma molto efficace. Complimenti Ben!

MATTHIAS SKJELMOSE e JUAN AYUSO

Perché li metti insieme? Il danese chiude ai piedi del podio mentre il discusso iberico in top10 dopo che è rimasto piantato sul Mûr di Kigali. Due corse diverse ma questi due ragazzi saranno compagni di squadra il prossimo anno alla Lidl – Trek; Skjelmose si è detto sorpreso dell’ingaggio di Ayuso. Il ciclista spagnolo non si è adattato al ruolo di gregario con Pogacar e perché mai dovrebbe fare il gregario al danese? Preparate i pop corn e teneteli in caldo che il 2026 ha già due possibili protagonisti. Il loro giorno successivo vive già nel futuro.

GIULIO CICCONE

Caro Giulio, caro Giulio. Grazie. Stai dimostrando sempre più di che le gare in linea ti calzano a pennello e da qui devi decisamente ripartire; l’hai affermato anche tu senza mezzi termini. Il tuo giorno successivo è nel segno della maturità perché ieri sei stato bravissimo a muoverti con i tuoi tempi; adesso proviamo a migliorare al Lombardia.

ISAAC DEL TORO

Il messicano è un tipo scaltro e lo avevamo già visto in azione al Giro d’Italia quando se ne frega di Ayuso. Ieri sul Mûr di Kigali distrugge il valenciano è poi si prende la copertina insieme al suo capitano all’UAE. Alza bandiera bianca e chiude il suo primo mondiale al settimo posto. Scaltro, forte e consapevole dei suoi mezzi; il suo giorno successivo è proprio consapevolezza allo stato puro.