Velodromo Borsellino, lavori ancora fermi ed incertezze sulla destinazione d’uso

di Pietro Minardi

E’ tutto ancora fermo allo stadio Paolo Borsellino di Palermo, meglio conosciuto come Velodromo.

L’impianto sportivo del capoluogo siciliano aspetta da mesi progressi nella programmazione, in particolare sulla destinazione d’uso della struttura.

L’idea del Comune, espressa in una nota d’indirizzo dell’assessore Paolo Petralia Camassa, è quella di rendere lo stadio un impianto polivalente. Quattro, o meglio cinque gli sport designati: calcio, rugby, football americano e cricket, ai quali si aggiunge il ciclismo, con la necessità però di rimettere la pista in sesto.

Il materiale è già stato acquistato, gli operai sono pronti a partire. Ma quindi cosa manca? A spiegarlo è il consigliere comunale di Più Europa, e presidente della Commissione Trasparenza e Garanzia del Comune di Palermo Cesare Mattaliano.

Ci voleva un atto d’indirizzo dell’Amministrazione per capire cosa fare del Velodromo, anche in vista dell’utilizzo del materiale già presente nella struttura. L’atto è finalmente arrivato lo scorso 7 dicembre – racconta Mattaliano -. L’assessore Petralia ha fatto sapere che l’intento è creare un impianto polivalente in cui realizzare quattro discipline“.

Ci sta che vuoi fare una diversificazione di attività sportive, ma questo cozzerebbe con uno dei motivi per il quale il collaudo, da parte della LND, non è andato a buon fine“. Il consigliere si riferisce al rispetto delle regole tecniche necessarie ai fini dell’omologazione. Sport quali il calcio e il football americano sono infatti incompatibili per lo sport professionistico e dilettantistico.

Se vuoi fare progetto per lo sport amatoriale può starci. Ma se vuoi rendere il Velodromo un impianto di categoria che possa anche attrarre un “turismo sportivo”, un indotto e un ritorno economico e d’immagine, devi fare delle scelte“.

Decisioni che Cesare Mattaliano auspica anche in sede di programmazione impiantistica e urbanistica.

Se tu non fai un analisi corretta degli impianti sportivi e delle discipline che ne hanno bisogno, se non capisci e non contestualizzi tutto ciò al territorio, il rischio è di avere zone della città completamente scoperte di strutture. Ciò è compatabile con le richieste della città? Ogni territorio ha una sua peculiarità. Non può ammassare tutto nella VI circoscrizione, una zona di impianti sportivi ma in cui vi sono anche le palestre scolastiche. Puoi mai inserire tutto in una sola zona, lasciando il resto della città scoperto? Se non c’è una programmazione, rischi di avere una serie di impianti inutilizzati e vari sport destinati a rimanere scoperti