Il neoeletto Presidente della FIDAL Stefano Mei si schiera a fianco di Alex Schwazer, e chiede chiarezza all’organo di Giustizia Sportiva. La sentenza del tribunale di Bolzano non solo afferma chiaramente l’estraneità dell’atleta italiano ai fatti, ma dice chiaramente che Schwazer è stato vittima di un complotto. “La condanna sportiva per i fatti del 2016, inflitta ad un atleta che avrebbe inteso riabilitarsi sul campo, è da mettere in discussione”.La lettura degli atti – continua Mei – potrà dare a tutti consapevolezza in ordine a quanto il giudice abbia concluso , personalmente, affrontata la lettura, ho maturato la convinzione che la vicenda della seconda positività di Schwazer poggi le sue basi su fatti e circostanze prive della doverosa consistenza”. Per il numero uno della FIDAL l’obbligo di un intervento risolutivo della vicenda da parte della WADA, visto la chiara estraneità ai fatti di Schwazer , è un atto dovuto nei confronti di tutto il movimento sportivo: la chiarezza definitiva sul caso penso sia dovuta non solo all’atleta, ma a tutto il nostro movimento. Il mio auspicio è che questa storia dolorosa, anche per la Federazione, possa essere ricondotta su binari di equilibrio e correttezza e che ciò che oggi è nell’ombra possa venire alla luce”.